Viene pagato appena 20 euro per sei ore di lavoro in nero e protesta vistosamente con suo titolare. È ora che il Governo faccia qualcosa.
Pagare 20 euro per sei ore di lavoro in nero un cameriere è roba da denuncia. E lo sa bene il diretto interessato, un giovane che ha ripreso il diverbio avuto con il suo capo, un ristoratore che evidentemente è troppo attaccato ai soldi e che non è dotato di alcuna sensibilità verso il prossimo. Fatto sta che ci troviamo dinanzi all’ennesimo episodio di sfruttamento nel mondo del lavoro. Di episodi così ne sono avvenuti fin troppi ed è il momento di fare qualcosa per inserire il salario minimo e per contrastare l’occupazione sommersa, che avviene di nascosto senza alcuna tutela per i lavoratori e senza alcun obbligo fiscale a carico dei disonesti che scelgono di agire così. Perché anche non pagare le tasse rappresenta qualcosa di altrettanto grave del corrispondere 20 euro per sei ore di lavoro in nero.
20 euro per sei ore di lavoro in nero, il video del litigio
Va detto che purtroppo il giovane protagonista di questo episodio che sfiora lo schiavismo non ha mai inquadrato il titolare del ristorante dove ha prestato servizio. Tutto nasce dalla volontà del ristoratore di non volere andare oltre a quella misera paga, e da qui trae origine la protesta del cameriere sfruttato, il quale fa presente come questa paga sia indegna di essere chiamata tale. Il giovane si altera ed alza la voce, e per tutta risposta il suo capo gli chiede di non urlare. Sapete a quanto ammontano 20 euro per sei ore di lavoro? A poco più di tre euro all’ora. Non sappiamo se il ristoratore in questione abbia dei figli, ma nel caso lui accetterebbe di esporli ad una condizione simile?
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Come ha provato a giustificarsi il ristoratore
Il titolare del ristorante a quel punto, sentendosi messo sorprendentemente alle strette, ha detto che quella era in realtà solo una prova. E se pure fosse, cavarsela con soli 20 euro è uno scandalo. Il cameriere sfruttato risponde che gli era stato detto che la paga sarebbe stata di cinquanta euro per sei ore di lavoro. Quasi sicuramente sempre a nero, c’è da giurarlo. Inizia una negoziazione col il titolare che offre 30 euro e che gli risponde che, per 50 euro per sei ore sarebbe andato lui stesso a lavorare. Il giovane sfruttato non ci sta e risponde che il lavoro a nero prevede emolumenti pari a 8 ore all’ora. Alla fine i cinquanta euro vengono sborsati solo dietro alla minaccia di chiamare le forze dell’ordine.
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È urgente e necessario che il Governo intervenga
Intervistato da Il Fatto Quotidiano, il giovane ha confermato la sua versione parlando di come non gli sia stato mai detto che avrebbe dovuto lavorare in prova. E che è stato costretto ad accettare questa proposta perché non c’è niente di meglio in giro e l’alternativa sarebbe darsi alla criminalità. Cosa che il giovane ha escluso categoricamente. Lui, originario del Nord Africa probabilmente, ha anche lamentato l’atteggiamento razzista di molti clienti maleducati ed anche di alcuni colleghi di lavoro. È decisamente ora che il Governo intervenga e risolva questa situazione che è del tutto fuori dalla realtà.
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