Parlare con Rosanna Marziale è un privilegio. Non perchè sia inarrivabile, anzi. E’ assolutamente il contrario: così semplice da far meraviglia, così spontanea da sembrare di fare quattro chiacchiere con una vecchia conoscenza, davanti ad un buon caffè. Poco rileva che l’interlocutrice sia un vero e proprio genio dell’arte culinaria e non solo. Una voce pacata, piacevole e musicale come quella di una ragazzina che si racconta, con l’entusiasmo di chi ama profondamente ciò che fa e la maturità di una donna ormai entrata a pieno diritto nel panorama dell’eccellenza internazionale.
E’ noto infatti ormai che chef Marziale è l’ambasciatrice nel mondo della bontà di un prodotto tipico del casertano, la mozzarella di bufala campana DOP da lei rivisitata in cento versioni diverse per tutti i palati. Una storia antica, quella della sua famiglia e della ristorazione, nata dalla passione di papà Gaetano per la cucina negli anni cinquanta, trasformatasi in “La Bomboniera”, il locale aperto con l’inseparabile moglie Pasqualina.
In esclusiva a Ricettasprint.it, Chef Marziale rivela qualcosa in più di se stessa: un vulcano che elabora continuamente emozioni sotto forma di piatti gourmet, ma anche una figlia appassionata che ha raccolto una eredità complicata per innalzarla sul trono delle migliori. Un percorso iniziato grazie a suo padre, suo “angelo custode” e ispiratore: “Papà è venuto purtroppo a mancare molto presto. Ho letto l’altro giorno una osservazione di una commentatrice dei social che non conosco. La quale, quando ha sentito in una intervista che io dicevo di lavorare nel ristorante di famiglia, ha scritto che per questo motivo io avevo la strada già spianata. Solo che la signorina in questione non sa e tanto meno io sottolineo che quando papà è morto eravamo praticamente dei bambini. Ed avevamo un ristorante di tre piani da gestire: due adolescenti con una mamma che aveva sempre supportato il papà, ma non aveva mai organizzato in prima persona. Questo cambia un pò tutto”.
Senza dubbio non deve essere stato semplice, soprattutto quando una giovanissima Rosanna ha iniziato la dura formazione di chef: “Spesso mi fanno la domanda su cosa significhi essere una donna in questo mondo di uomini, perchè il mestiere negli ultimi anni è diventato molto maschile. Io non riuscivo a capire all’inizio, perchè appunto per me la difficoltà non era essere donna, ma piuttosto che eravamo troppo piccoli per poter gestire un ristorante e questa era la mia preoccupazione più importante. Oggi l’adolescenza inizia presto, a tredici o quattordici anni. Allora era molto diverso, quindi la priorità era l’organizzazione da parte di due adolescenti di una struttura così importante che ha complicato, implicato ed anche fortificato tante cose. Questo comporta una serie di mancanze, perchè tutte le cose che non riesci a fare per la tua età, poi ti segnano in qualche modo. Se il ragazzo di vent’anni non è più spensierato e non riesce più a godersi la sua giovinezza comunque ne dovrà tenere conto in qualche modo”.
Insomma, un inizio tutt’altro che rose e fiori per Chef Marziale, che proprio in questa profonda mancanza ha trovato la grinta giusta per prendere in mano la situazione. “Essere nel ristorante di famiglia è stata ed è una grande forza, ma gestirlo da soli è stata un’impresa titanica. In tutto ciò il mio riferimento è sempre rimasto mio padre e lo è ancora oggi, dopo tutto questo tempo. E’ il ricordo di un’infanzia vissuta proprio nel ristorante, dal momento che noi avevamo anche casa qui. Clienti, sala, gente per noi era un’unica cosa”.
Ritornando al discorso sulla parità tra uomo e donna nell’ambiente lavorativo, ci si chiede se abbia mai subito un trattamento diverso rispetto ai suoi colleghi maschi: “No, perchè ho sempre avuto questi occhietti da pazza (ride)! Non penso che gli sarebbe mai venuto in mente di trattarmi male perchè ho sempre avuto l’aspetto un pò aggressivo o meglio combattivo. Forse non tanto adesso, ma da ragazza molto di più. Anzi, sono stata trattata sempre con grande gentilezza e rispetto”. Una donna può dare qualcosa in più a questo mestiere? “Non credo che sia una questione di donne o uomini, ma di personalità. Ci sono persone che sono più portate e persone che sono meno portate. Riguarda un pò tutti i mestieri: non ci sono professioni “da donna” o “da uomo”, ma semplicemente attitudini diverse”.
E come ha scoperto la giovanissima Rosanna, che era proprio questa la strada che voleva intraprendere? “Da sempre sono stata appassionata del ristorante, intesa come struttura. Me lo sono sempre sentito mio, infatti papà per farmi arrabbiare mi diceva che il ristorante non era mio, ma a turno di uno o di un altro dei miei fratelli. Questa cosa mi faceva impazzire, urlavo come una matta: me lo ricordano ancora adesso gli amici di famiglia! E’ proprio quando uno ci nasce. Io non lo so, se uno può nascere con la vocazione di qualcosa. Però da sempre, da piccolina ho avuto un forte senso di appartenenza. Ricordo ad esempio che quando si rompeva qualcosa, io mi facevo sempre in quattro per sistemare la situazione. Ero attaccata anche agli oggetti che facevano parte del ristorante. Questa è una cosa bella da un lato, ma un problema dall’altro (ride)! Insomma, una vocazione innata”.
Chef Marziale è stata più volte ospite del famoso cooking show “Masterchef” in onda su Sky, portando la sua bravura sul grande schermo e mettendo alla prova gli aspiranti cuochi. Si dice che il rischio della diffusione di questi programmi culinari sia quello di snaturare un pò una professione che richiede studio e preparazione. Facendo credere quindi di poter diventare chef anche cucinando tra le mura di casa o semplicemente prendendo parte ad un casting televisivo. Lei che cosa ne pensa? “Sicuramente non si da esattamente l’idea di quella che è la cultura di uno chef e di quello che c’è dietro una cucina. Però dall’altra parte ha avvicinato le persone all’interesse per la qualità dei prodotti, per il vino, per coccolarsi sempre più ed andare alla ricerca di cose buone. Grazie a tanti programmi come Masterchef è sorto un rinnovato interesse verso il mondo dell’alta ristorazione”.
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Marianna Gaito
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