Una Regione scopre di essere investita dal grosso problema costituito da acqua dei rubinetti contaminata da PFAS, di quale si tratta.
Acqua dei rubinetti contaminata, emerge una situazione di potenziale rischio in una specifica area d’Italia. E tutti i residenti hanno ricevuto le dovute raccomandazioni a fare attenzione ed a non esporsi a possibili situazioni nocive per la salute.
L’acqua dei rubinetti contaminata vede la massiccia presenza di PFAS, acronimo che sta per sostanze per- e polifluoroalchiliche. Le PFAS sono costituite da un fluoruro alchilico dotato di proprietà tensioattive ed attualmente se ne conoscono migliaia e migliaia di varianti.
Per le persone possono rappresentare un pericolo in quanto le stesse tendono ad accumularsi nell’organismo. Con tutte le conseguenze del caso nel medio e lungo periodo.
Le stesse possono rendersi responsabili di ritardi nello sviluppo della ghiandola mammaria, di riduzione della risposta ai vaccini, di minor peso del feto alla nascita. Ed anche di malattie della tiroide, aumento del colesterolo, danni al fegato, cancro ai reni e, negli uomini, anche ai testicoli.
Il problema dell’acqua dei rubinetti contaminanta da PFAS si sta diffondendo ora in Piemonte, con oltre 70 comuni della città metropolitana di Torino interessati, oltre che il capoluogo stesso.
Greenpeace ha denunciato questa situazione basandosi sui dati ufficiali degli enti pubblici piemontesi, ai quali ha chiesto accesso tramite istanza. La nota associazione ambientalista ha effettuato anche studi autonomi sulla presenza di PFAS, rilevando la loro presenza pure in altre zone del Piemonte, come il Novarese.
Stando alle stime divulgate da Greenpeace, circa 125.000 persone nella regione potrebbero aver bevuto acqua contaminata da PFAS. La situazione sottolinea l’urgenza della questione della contaminazione da PFAS delle acque. Ad oggi in Italia non è ancora presente nessuna norma, sebbene la direttiva comunitaria 2184/2020 entrerà in vigore nel gennaio 2026.
Greenpeace ha richiesto i dati alle autorità competenti, ma molte di queste non hanno risposto o hanno negato la fornitura dei dati. Il rapporto di Greenpeace evidenzia che le verifiche degli enti pubblici limitate ad alcune aree non riflettono la situazione reale.
Secondo Greenpeace, le persone che potrebbero aver bevuto acqua contaminata da PFAS sono entrate in contatto con una molecola, il PFOA, riconosciuta come cancerogena. Greenpeace ha analizzato 671 campioni di acqua potabile e ha riscontrato la presenza di PFAS nel 51% dei casi.
La concentrazione più alta è stata registrata nella provincia di Alessandria, dove cinque comuni hanno presentato contaminazioni di PFOA in tutti i campioni analizzati. Nella città metropolitana di Torino, il PFAS è stato riscontrato in 77 dei 291 comuni analizzati.
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Inoltre, Greenpeace ha rilevato la presenza di PFAS in 5 campioni raccolti in diversi comuni del Piemonte, tra cui uno nel comune di Galliate, dove è stata trovata anche la contaminazione da una molecola del gruppo PFAS classificata come possibile cancerogena.
I PFAS sono molecole sintetiche utilizzate in vari processi industriali che sono difficili da degradare nell’ambiente e sono state definite “inquinanti eterni”.
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In Italia, la contaminazione da PFAS è stata riscontrata per la prima volta nel 2013 in Veneto e successivamente in Lombardia. Non a caso le due aree più industrializzate del Paese.
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