La presenza del semimetallo, che è potenzialmente pericoloso, nell’Acqua di Nepi, causa enormi disagi. Il problema è vecchio di anni.
Acqua di Nepi, un grosso problema riguarda una delle acque italiane più caratteristiche ed apprezzate. La località laziale situata in provincia di Viterbo vede purtroppo il conoscere dell’esito di alcune analisi compiute dall’Arpa – Agenzia regionale per la protezione ambientale – sull’acquedotto locale.
Ne è emerso un riscontro decisamente poco incoraggiante per il quale l’Acqua di Nepi è attualmente interessata da un livello di contaminazione da arsenico che non va sottovalutato.
L’Arpa comunica infatti che sono stati superati i livelli massimi tollerabili. Le attuali norme di sicurezza in materia riferiscono di un tetto da non superare di 10 mg/l per quanto riguarda la presenza di metalli e simili.
E questo semimetallo, nel corso delle ultime rilevazioni compiute, si è attestato sui 12 mg/l di presenza nell’Acqua di Nepi.
Lo fa sapere il salvagente, che parla anche di una situazione che permane così da fine marzo, e più per la precisione da venerdì 25 marzo e che fin da subito ha portato alla chiusura dell’acquedotto della località viterbese.
Da allora diversi cittadini non hanno più avuto modo di accedere all’acqua potabile. Ma non è la prima volta che si sente parlare di un problema simile in zona. Già nel 2002 avvenne un qualcosa del genere, e ci sarebbe anche una fonte ben precisa alla quale attribuire tutto questo.
L’Isde-Coordinamento Alto Lazio tira in ballo le industrie energetiche presenti a Montalto di Castro ed a Civitavecchia, le cui operazioni si svolgono mediante il consumo di combustibili quali olio e carbone.
Questo genera un aumento di arsenico nell’aria, che si ripercuote anche una migrazione nelle falde acquifere circostanti dopo la ricaduta del semimetallo nel suolo. L’arsenico è notoriamente velenoso. Ed a poco sono serviti i provvedimenti intrapresi nel corso del tempo.
L’Isde parla apertamente delle pericolose conseguenze che potrebbe avere una assunzione costante nel tempo di acqua contaminata da arsenico. Cosa che porta anche ad un incremento di casi con tumori di varia natura, in particolar modo di organi quali polmoni e vescica, oltre che della pelle.
Le situazioni segnalate dal 2012 al 2016 informano di 10mila e 87 casi di tumore in totale, quasi equamente distribuiti tra uomini e donne. Sono anche presenti dei depuratori nel corso degli ultimi anni, per una considerevole spesa di svariati milioni di euro – circa 51 – ma che evidentemente non sembrano avere funzionato a dovere a causa di un individuato (e pare annoso, n.d.r.) problema ai filtri impiegati.
Le associazioni dei consumatori e di tutela in favore dei cittadini chiedono anche delle tutele di carattere economico, degli sconti sulla bolletta dell’acqua e dei rimborsi per le persone colpite ormai da anni da questo problema decisamente grave che riguarda l’Acqua di Nepi.
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