Bere acqua del rubinetto non è mai stato considerato un problema. Da oggi però potrebbe diventarlo, dopo la scoperta del legame con uno dei tipi di tumore più comuni e senza dubbio invasivi.
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Acqua del rubinetto | Scoperto legame con tumore | Tutti i rischi
Lo studio è stato messo a punto e coordinato dall’Institute for Global Health di Barcellona, che ha analizzato i composti dell’acqua potabile dei ventisei stati europei confrontandoli tra di loro. I risultati della ricerca, pubblicati sulla rivista di settore ‘Environmental Health Perspectives’, hanno messo in evidenza il legame con l’insorgenza del tumore alla vescica. I dati riportati conducono all’individuazione della esposizione prolungata agli agenti contaminanti, quale causa dello sviluppo di questa neoplasia.
I ‘trialometani’ come cloroformio, bromodiclorometano, dibromoclorometano e bromoformio contenuti nell’acqua del rubinetto sarebbero infatti responsabili degli oltre seimilacinquecento casi all’anno. Un rischio che addirittura potrebbe dimezzarsi se i Paesi europei rispettassero i limiti imposti. Tra i composto evidenziati, l’ Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha classificato in modo definitivo soltanto due come sostanze “possibilmente cancerogene”. In base dunque a riscontri concreti risultanti da limitate evidenze di insorgenza cancerogena sia in animali che negli esseri umani. Per quanto riguarda le restanti invece, per ora sussistono solo dubbi e non prove certe.
Il caso italiano: tutti i dati riguardanti il nostro paese
Riguardo i paesi europei coinvolti, gli esperti hanno elaborato una classifica in base all’incidenza della malattia in esame in rapporto al consumo di acqua del rubinetto. Da essa emerge che Danimarca e Paesi Bassi sono risultati tra quelli con un rischio minore, seguiti da Germania, Lituania, Austria, Slovenia, Italia e Polonia. Cipro, Malta e Irlanda. Anche il nostro paese quindi, risulta tra quelli in cui attualmente c’è una minore incidenza di pericolosità. Ciò non deve però spegnere l’attenzione sul problema della qualità dell’acqua ritenuta ‘potabile’.
In Italia infatti l’insorgenza del tumore alla vescica è principalmente legato all’abuso di sigarette: circa il settanta per cento dei casi infatti è classificato come conseguenza diretta del fumo. Soltanto l’1,2%, quindi circa 336 su 30mila verificati all’anno risulta invece dipendente dalla esposizione prolungata agli agenti contaminanti. La materia dunque è ancora allo studio degli esperti, in attesa di prove certe circa la pericolosità di tutti gli agenti rilevati rispetto allo sviluppo di determinate gravi patologie.
L’ acqua del rubinetto fa veramente male? Ecco cosa bisogna sapere
Il professor Sergio Bracarda, direttore della Oncologia medica dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni, ha sottolineato l’importanza di un monitoraggio e di un miglioramento continuo della qualità delle acque potabili italiane. Il rischio, praticamente pari a zero, rilevato in alcuni paesi europei, porta allo studio l’utilizzo di sistemi di potabilizzazione diversificati, utili ad eliminare il problema alla radice. Ciò non deve indurre a pensare a priori che l’acqua del rubinetto faccia male.
Ci sono enti preposti che eseguono i controlli puntualmente, in modo da poter certificare in modo sicuro la potabilità. In ogni caso infatti bisogna considerare che non solo l’acqua è soggetta ad agenti contaminati. Sono moltissimi infatti gli alimenti per i quali il rischio c’è ed in alcuni casi l’esposizione avviene in modo sistematico. Come sfuggire ai pericoli? Basta affidarsi alle analisi ed i rilevamenti degli esperti del settore, prestando attenzione ad acquistare alimenti e bevande controllati e di provenienza certificata.
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