È allarme latte per quando andiamo a fare la spesa. Le scorte sono in calo ed i pezzi esposti in vendita stanno diminuendo.
Scatta l’allarme latte ed a parlarne è la Coldiretti. L’associazione degli agricoltori e degli allevatori italiani alza la voce su quello che è un problema che è sorto nelle ultime settimane. E che, come è facile intuire, riguarda proprio la produzione di latte. L’estate rappresenta sempre un periodo molto delicato a causa delle condizioni climatiche, costantemente improntate su giornate di forte calore e su temperature molto elevate.
Per una situazione che è foriera di grossi problemi, tali da ostacolare fortemente la produzione legata ai beni della terra o di quello che si può estrapolare dagli animali. Purtroppo contro il Sole cocente si può fare ben poco e con relativa facilità possono sorgere delle situazioni di grandi difficoltà, in particolar modo per gli animali. E l’allarme latte in questione è legato proprio a questo.
Allarme latte, calo del 10%: i motivi
La Coldiretti ha affermato che le mucche impiegate nella produzione nazionale di latte stanno accusando fortemente il caldo. Addirittura fino al punto di arrivare ad una riduzione di quella che è la consueta mungitura. Il calo registrato è di circa il 10%, con questa cosa che si farà sentire in negativo anche per quanto riguarda la grande distribuzione. Infatti l’associazione riferisce che i brick piazzati in supermercati, discount e negozi di alimentari saranno di meno.
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Purtroppo nonostante le stalle siano ormai quasi tutte dotate di moderni impianti per mitigare gli effetti legati alle alte o basse temperature, possono verificarsi comunque effetti come questo. Non c’è da lottare solamente contro il caldo e contro temperature che possono arrivare a superare i 40° in certe aree.
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2023 tra gli anni più caldi di sempre
Anche l’elevato tasso di umidità ha il proprio peso. Ed un animale come una mucca ha bisogno di circa un centinaio e mezzo di litri di acqua. Il doppio di quanto è abituato a bere in condizioni normali. E se pensiamo che il 2023 è arrivato finora dritto all’ottavo posto tra gli anni più caldi di sempre a partire dal 1800 in poi, allora non c’è da stupirsi su quello che è l’ennesimo grave effetto collaterale legato al cambiamento climatico.