Una preoccupante analisi rivela che molti prodotti a base di pomodoro superano anche di 28 volte la dose giornaliera raccomandata di questo controverso composto chimico.

Bisfenolo nei pomodori, studio italiano lancia l'allarme: "Ce n'è troppo"
Donna che controlla una salsa di pomodoro (Ricettasprint.it)

Bisfenolo A nei pomodori, la preoccupante situazione viene fuori da una rilevazione recente. La quale mostra come ci sia la necessità di fare più attenzione su quelli che sono i processi produttivi. I livelli registrati di questa sostanza sono fin troppo alti.

Ed è un vero e proprio allarme quello che arriva dal mondo della ricerca alimentare: Uno studio approfondito ha infatti rilevato che la maggior parte dei prodotti a base di pomodoro in commercio risultano contaminati da quantità preoccupanti di Bisfenolo A (chiamato ancheBPA), una sostanza chimica considerata nociva per la salute.

La ricerca, condotta da un team di esperti di diverse università italiane, ha analizzato un campione di 20 marche leader di pelati, passate, sughi e polpe di pomodoro. I risultati sono a dir poco allarmanti. Ben 18 di questi prodotti hanno rilevato livelli di BPA superiori alla dose giornaliera raccomandata, arrivando persino a superarla fino a 28 volte.

“Siamo di fronte a un problema molto serio che riguarda la sicurezza alimentare e la tutela della salute pubblica”, ha dichiarato il professor Enrico Rossi, coordinatore dello studio. “Il Bisfenolo A è una sostanza molto controversa, sospettata di avere effetti nocivi sull’apparato endocrino e sulla fertilità”.

“Ritrovare così tanto Bisfenolo A nei pomodori pelati confezionati in dosi così elevate in prodotti di uso comune come i pelati di pomodoro è davvero preoccupante”.

Bisfenolo nei pomodori, quali sono i suoi effetti nocivi per la salute

Bisfenolo nei pomodori, studio italiano lancia l'allarme: "Ce n'è troppo"
Bisfenolo A (Ricettasprint.it)

Gli esperti spiegano che la presenza di BPA nei derivati del pomodoro è dovuta principalmente all’utilizzo di lattine e contenitori di plastica per la lavorazione e la conservazione del prodotto. Questa sostanza chimica può infatti migrare dagli imballaggi agli alimenti, contaminandoli.

“Ci aspettiamo che le autorità competenti intervengano con urgenza per tutelare i consumatori”, ha aggiunto il professor Rossi. “Nel frattempo, il consiglio è di preferire prodotti a base di pomodoro confezionati in vetro o tetrapak, evitando il più possibile quelli in lattina. La salute viene prima di tutto”.

Il BPA è noto per avere proprietà simili agli estrogeni e per poter interferire con il normale funzionamento del sistema endocrino. Ciò può causare squilibri ormonali e avere conseguenze sulla fertilità, lo sviluppo sessuale, la crescita e il metabolismo.

Diversi studi hanno associato l’esposizione al BPA a ridotta qualità dello sperma, disfunzioni ovariche, aborti spontanei e problemi di fertilità sia negli uomini che nelle donne.

Il BPA può attraversare la placenta e raggiungere il feto, mettendone a rischio lo sviluppo. È stato correlato a un maggior rischio di parto prematuro, basso peso alla nascita e problemi di apprendimento e comportamento nei bambini.

Quanti altri possibili rischi

Ed alcune ricerche hanno evidenziato un legame tra esposizione al BPA e un aumentato rischio di ipertensione, aterosclerosi, infarto e ictus. Poi il BPA potrebbe contribuire allo sviluppo di obesità, diabete di tipo 2 e sindrome metabolica alterando il metabolismo e l’omeostasi glucidica.

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Studi sugli animali hanno mostrato che il BPA può avere effetti negativi sullo sviluppo e sul funzionamento del sistema nervoso, con possibili ripercussioni su apprendimento, memoria e comportamento.

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Alcune evidenze epidemiologiche suggeriscono che l’esposizione al BPA possa essere associata a un maggior rischio di alcuni tipi di cancro, come tumore alla prostata, al seno e all’ovaio.

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Poiché molti di questi effetti sono ancora oggetto di dibattito nella comunità scientifica, è fondamentale che le autorità competenti regolamentino con maggiore severità l’utilizzo di questa sostanza chimica per tutelare la salute pubblica.