C’è un allarme Salmonella che riguarda uno specifico articolo alimentare. Scattano subito i protocolli di sicurezza previsti in casi come questo. Tutti i dettagli.
Allarme Salmonella in un alimento che l’Italia esporta all’estero. A parlarne è il RASFF, ovvero il Sistema Rapido di Allerta Europeo per la Sicurezza di Alimenti e Mangimi.
L’Ente connesso direttamente alla Commissione Europea e che applica le direttive fornite da quest’ultima, ha individuato una irregolarità in questo prodotto. Lo stesso viene portato dall’interno dei nostri confini anche in Spagna. Ma in questo caso c’è un allarme Salmonella.
La cosa non riguarda un prodotto alimentare destinato all’uomo. Il RASFF ha scovato questa non conformità infatti in un prodotto impiegato come mangime. L’allarme Salmonella è riportato all’interno di una apposita notifica di ritiro dal commercio.
Il problema illustrato dagli ispettori del RASFF riguarda un allarme Salmonella Typhimurium nella lolla di riso dall’Italia, utilizzata come materia prima per mangimi per il pollame, essenzialmente.
La lolla di riso è chiamata anche pulone ed è quanto derivato dalla sbramatura del risone. Quest’ultimo è il riso grezzo che risulta a seguito del processo della trebbiatura.
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Invece le parti buone vengono destinate per la produzione del riso, queste altre componenti non vengono buttate via. Ma anzi, dopo un adeguato riciclo, fanno per l’appunto da alimento per bestiame e pollame.
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Dai dati comunicati da parte del RASFF apprendiamo della presenza del batterio che porta al sorgere della Salmonellosi in una media di ogni 50 grammi di prodotto. Tanto basta per attuare un richiamo dalla lavorazione degli impianti preposti.
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L’allarme attribuito a questa situazione è definito “non serio”. Ma per precauzione le autorità preposte hanno ordinato comunque il ritiro dai circuiti commerciali. Che comunque non era ancora avvenuto, essendo la problematica sorta in sede di pre-lavorazione.
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