C’è una grave crisi con un allarme siccità per nove milioni di individui. La situazione è estremamente critica e non conosce soluzione.
Allarme siccità, non inganni il fresco diffuso portato dal fenomeno climatico Circe, di provenienza atlantica. Alcune zone d’Europa stanno ancora facendo i conti con gli effetti nocivi della grande calura estiva. Cosa che in Italia abbiamo vissuto già da maggio in poi, e fino alla prima metà di aprile. La canicola rovente, con temperature al di sopra delle già alte medie stagionali, dovrebbe giungere tra non molto.
Nel frattempo però è allarme siccità per ben nove milioni di persone in Spagna che sono rimaste con l’acqua razionalizzata, ed in Portogallo non è che se la stiano passando bene. Lisbona ha dovuto chiedere l’intervento urgente da parte della Unione Europea per ricevere degli aiuti straordinari allo scopo di tutelare le proprio coltivazioni. La carenza di acqua ha messo a dura prova il settore.
Allarme siccità, i tagli agli accessi idrici giornalieri sono una scelta dolorosa
In Spagna le aree più colpite sono, come da sempre avviene, quelle meridionali, su tutte l’Andalusia. Ma anche la Catalogna è impelagata in una crisi senza precedenti. Qui è scattato il razionamento dell’acqua. In base a quanto riportato dal quotidiano iberico El Pais, in seicento comuni di queste due regioni la gente sta facendo i conti con il razionamento delle risorse idriche nelle prime ore del giorno.
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Tutta colpa dell’allarme siccità, anche se la cosa non è sorta da ora ma già da settimane si assiste ciclicamente alla adozione di questa e di altre misure straordinarie per fare in modo di ottimizzare l’impiego di acqua. Tutto questo ha delle forti e negative ripercussioni anche sulla economia basata su agricoltura, allevamento ed anche pesca. L’allarme siccità costringe i comuni spagnoli coinvolti a tenere l’acqua chiusa da mezzanotte fino alle sette del mattino di tutti i giorni. E questo per diverse altre settimane ancora, con tutta probabilità.
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Di anno in anno la situazione peggiorerà sempre di più
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Questa cosa ha conseguenze per nulla buone anche sul turismo. E secondo i dati statistici a disposizione degli esperti, sembra proprio che ogni anno andrà sempre peggio. Da qui al 2050 in ben ventisette milioni di persone in Spagna dovrà fare i conti ogni anno con il razionamento e con i tagli parziali della disponibilità giornaliera di acqua.
Si ritiene che il cambiamento climatico che da qualche anno ormai ha posto l’accento sulla violenza di fenomeni climatici fuori stagione o marcatamente più intensi sia alle spalle di tutto questo. E data la cronica assenza di politiche di lungimiranza sulla salvaguardia del pianeta, c’è da aspettarsi solo il peggio ogni anno. Già il 2023 è stato più caldo del 2022 e si trova all’interno della top ten dei dieci anni più caldi dal 1800 ad oggi.