Cosa sta succedendo e che cosa riguarda l’allarme Trichinella dato dalle autorità sanitarie, con l’Asl in prima fila.
Scatta l’allarme Trichinella nel nostro Paese, con un episodio circoscritto per ora ad un determinato territorio e nel corso del quale almeno dieci persone sono rimaste coinvolte. Sembra molto probabile che a causare il tutto sia stato il consumo di un prodotto ben specifico.
Come riferito dal quotidiano “La Repubblica”, la situazione che riguarda questo allarme Trichinella sarebbe da ricondurre al consumo di un prodotto ben specifico. L’area individuata si trova in Puglia, nella località di San Marco in Lamis, in provincia di Foggia.
Qui si registrano almeno dieci casi di allarme Trichinella, come detto. La tricinellosi, o trichinosi, stando alla descrizione fornita dall’Istituto Superiore di Sanità, è una zoonosi. Ovvero una malattia trasmessa dagli animali all’uomo, mediante i nematodi, ovvero dei vermi cilindriformi, che appartengono al genere Trichinella.
Questo parassita colpisce l’intestino, con le sue larve che poi progrediscono nei muscoli, dando origine a delle cisti. La trasmissione avviene solamente per via alimentare, mangiando carne di animali infetti, con un periodo medio di incubazione di 7 giorni, nelle situazioni più comuni.
Allarme Trichinella, come si prende e cosa è successo
Ma la cosa può prolungarsi anche fino a più di un mese se la presenza dei vermi è importante. Questa malattia può anche essere letale nei casi più gravi e comporta, tra i sintomi più noti, nausea, vomito, diarrea, spossatezza, sudorazione, dolori ai muscoli, febbre e comparsa di cisti.
In questo caso ben specifico con molta probabilità a causare l’allarme trichinella pare sia stata la ingestione di carne di cinghiale non sottoposta ai dovuti controlli. Sembra che ci sia stata una battuta di caccia sui Monti Dauni, con il consumo di questa carne che ha poi portato a tutto ciò.
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C’è una persona che ha dovuto richiedere delle cure specifiche in ospedale, mentre altre nove hanno ricevuto assistenza domiciliare con una terapia apposita. La Asl di Foggia sta seguendo con grande attenzione il caso.
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Un modo per essere al sicuro da questo e da altri possibili e gravi inconvenienti consiste nel cuocere sempre come si deve ogni tipo di carne. Per almeno cinque minuti è necessario procedere con una cottura che sia di almeno 70°.
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Inoltre il parassita resiste anche per un mese a temperature di -15°. Solamente con una adeguata cottura è possibile debellarlo e stare al sicuro.