Allerta per filetti di tonno e cozze contaminati diramata con urgenza per evitare gravi rischi alla salute dei consumatori. Tutte le informazioni contenute nella nota.
Non si fermano i richiami da parte del RASFF, il sistema di allerta rapido sempre impegnato nel controllo della qualità degli alimenti a livello europeo. Ultimamente si sono moltiplicati quelli riguardanti la conservazione dei prodotti ittici, nelle cui fasi di lavorazione ad esempio si è interrotta la catena del freddo e dunque rendendo i prodotti suscettibili di contaminazione. Nel caso in esame si tratta di alimenti appartenenti a questa categoria, di cui condividiamo tutte le informazioni in merito alla varietà ed al rischio connesso all’eventuale consumo.
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Allerta filetti di tonno e cozze | Richiamo immediato | Tutti i dettagli
Come anticipato si tratta di filetti di tonno e cozze, prodotti ittici molto amati in quanto ingredienti generalmente impiegati in varie ricette a base di mare. Nel primo caso si tratta di ‘filetti di tonno pinna gialla scongelati sottovuoto’ di provenienza estera, nello specifico l’origine del prodotto richiamato è la Spagna. La motivazione per la quale è scattata l’allerta è il riscontro da parte delle autorità di controllo, di livelli di acido ascorbico superiori ai limiti consentiti. Il rischio per la salute è definito ‘non serio’, tuttavia il RASFF ha ordinato l’immediato blocco dell’esportazione verso il nostro paese. L’utilizzo dell’acido ascorbico nella conservazione del pesce è possibile, ma nelle quantità prescritte. Esso è impiegato come additivo proprio per prolungare la freschezza ed evitare il deperimento.
Il secondo ritiro in esame invece ha ad oggetto dei lotti di cozze, sempre provenienti dalla Spagna e destinate al nostro paese. In questo caso però il rischio per la salute è classificato come ‘serio’. I molluschi infatti, classificati come ‘Mitili o Cozze’ sono risultati contaminati da un batterio molto pericoloso, il Vibrio parahaemolyticus responsabile della vibriosi. Il vibrione esiste in diverse varianti tutte legate all’ambiente acquatico marino. Tra questi, vi è anche quello che causa il colera, infezione spesso causata dall’assunzione di molluschi crudi contaminati. L’intossicazione si manifesta in genere con diarrea e dolori addominali dopo un periodo di incubazione che varia dalle 24 alle 48 ore. In casi gravi essa può richiedere il ricovero in una struttura ospedaliera.
Avvertenze ed indicazioni generali
Fortunatamente in Italia la normativa riguardante il commercio e la vendita di pesce è molto severa. Le strutture di ristorazione che prevedono il consumo di pesce crudo, devono seguire dei rigidi protocolli di abbattimento e conservazione tali da escludere la possibilità di ogni contaminazione. Il pericolo maggiore deriva infatti dalla commercializzazione di molluschi non controllati, al di fuori della normale rete di distribuzione, con grave rischio per la salute.
La nota dell’Agenzia Europea riporta la data di ieri ed è ancora in fase di aggiornamento, per cui non è ancora stata resa nota la marca ed altre caratteristiche specifiche degli alimenti in questione. Il richiamo in ogni caso è immediato e si presume che il prodotto in questione non sia più reperibile sul mercato. Nel caso in cui comunque aveste acquistato un prodotto corrispondente alla descrizione fatta, chiedete informazioni al vostro rivenditore.
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