Scatta l’allerta riguardante il latte in polvere, alimento destinato ai neonati a volte fin dai primi giorni dalla nascita per ovviare la mancanza di latte materno oppure per altre motivazioni.
Dall’inizio dell’anno in Europa sono stati diversi i casi di ritiro dagli scaffali di questo prodotto, anche prodotti da aziende piuttosto famose, per via di contaminazioni da batteri potenzialmente molto dannosi per la salute umana.
Il più recente caso italiano ha riguardato il richiamo di alcuni lotti di Novolac 2, un latte di proseguimento utilizzato dopo il sesto mese di vita e consigliato fino al primo anno compiuto.
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Eclatante invece è il caso della Francia, paese in cui negli ultimi mesi più di duecento neonati sono risultati positivi alla salmonella del sierotipo Agona. L’origine della contaminazione è risultata l’assunzione di alcuni tipi di latte in polvere della Lactalis (Pepti Junior de Picot, Picot SL, Picot anti-colique, Picot riz e Milumel Bio 1). Questa multinazionale, che in Italia rappresenta marchi noti come la Galbani, Vallelata e Locatelli, ha dovuto quindi ritirare dal mercato centinaia di confezioni per via del grave accaduto.
L’ Agenzia per la Sicurezza Alimentare francese ha disposto una serie di regole per il controllo di qualità nel corso della lavorazione del latte in polvere, nonchè un vademecum per i genitori da utilizzare per la preparazione dello stesso a casa.
“La preparazione del latte in polvere è un processo che comporta diverse tappe, ciascuna delle quali è una potenziale fonte di infezione, anche dopo la pastorizzazione. I batteri dei generi Salmonella e Cronobacter, ovvero i due principali contaminanti possono arrivare dallo stabilimento di produzione. Per questo è necessario attenersi scrupolosamente alle norme igieniche all’interno dell’impianto, unite all’analisi degli ingredienti ed anche a regole severe sull’igiene di chi lavora in produzione” spiega l’ANSES nella nota pubblicata. L’agenzia ha quindi ammonito circa l’introduzione di controlli intermedi tra i diversi processi di lavorazione in modo da poter eventualmente individuare nell’immediatezza la fonte della contaminazione, evitando che il prodotto arrivi infetto al confezionamento.
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Un altro pericolo ingente riguarda la preparazione del latte in polvere da parte dei genitori a casa. “Il latte in polvere non è sterile” infatti, ha sottolineato l’ANSES. Di conseguenza, potrebbe essere contaminato da agenti patogeni potenzialmente innocui che si attivano nel momento in cui il prodotto in polvere viene ricostituito.
Per cui è necessario osservare poche basilari abitudini igeniche per scongiurare la contaminazione. Innanzitutto tutto ciò che viene a contatto con il latte in polvere deve essere opportunamente pulito. Dalle mani al piano di lavoro, bisogna con acqua calda e sapone e asciugato con un panno pulito o carta usa e getta. E’ preferibile consumare subito il latte una volta preparato: diversamente, può essere conservato ad una temperatura di 4 gradi. Se lasciato a temperatura ambiente, va gettato entro un’ora dalla preparazione. Quindi è preferibile, in caso doveste uscire, conservare il latte in polvere in un contenitore pulito e diluirlo con l’acqua soltanto al momento di utilizzarlo.
Quest’ultima inoltre deve essere quanto più pura possibile, ovvero priva di calcare e piombo o sali minerali indesiderati. Per questo sarebbe preferibile utilizzare quella in bottiglia, adatta al consumo da parte dei neonati. Non è necessario sterilizzare il biberon: andrà bene anche un semplice lavaggio con acqua calda ed un sapone apposito, utilizzando uno scovolino. Lasciatelo asciugare a testa in giù all’aria aperta. In lavastoviglie la temperatura deve essere di almeno di 65°C e va asciugato. Le tettarelle in caucciù invece vanno lavate a mano.
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