E’ allerta nei supermercati a seguito della drammatica situazione in Ucraina: diramata la raccomandazione a fare scorte per quindici giorni almeno, ecco che cosa sta succedendo.
Sono trascorse ormai oltre due settimane dall’inizio del conflitto tra Russia ed Ucraina e già si avvertono pesanti ripercussioni su ogni fronte. Le immagini sconcertanti che arrivano attraverso i media mostrano uno scenario veramente tragico che si spera possa rientrare quanto prima, lasciando spazio ad una pace più che mai desiderata.
Come previsto le sanzioni che il mondo intero sta infliggendo alla Russia stanno iniziando a manifestare effetti anche nel nostro Paese. Ed anche se il Premier Mario Draghi ha allontanato lo spettro della recessione, la situazione ancora in costante evoluzione non fa presagire un futuro positivo.
Le prime avvisaglie sono sorte con il caro bollette: energia elettrica e gas alle stelle, come emerso dalle ultime notifiche ricevute dagli italiani. Alcuni hanno ricevuto conteggi triplicati rispetto ad appena un paio di mesi fa, andando a peggiorare ulteriormente la stabilità economica delle famiglie. Già provate dalla recente pandemia che tra l’altro non è ancora ufficialmente terminata e che ha messo in ginocchio moltissimi settori dell’economia mondiale.
Diciamo pure che non ci voleva anche questo, dopo essere stati provati anche psicologicamente in modo molto pesante dagli avvenimenti degli ultimi due anni. Ciò che preoccupa quindi è capire come faranno gli italiani, molto dei quali stavano sperando in un accenno di ripresa all’inizio del nuovo anno a sostenere i forti rincari che stiamo affrontando. Anche il prezzo della benzina come previsto ha avuto un consistente rialzo, toccando cifre assurde fino a sfiorare anche i tre euro al litro.
A questo si aggiungono le ‘minacce’ di interruzione della fornitura di materie prime alle quali presumibilmente potremmo andare incontro. Cereali, grano e altri prodotti simili di importazione potrebbero far lievitare enormemente il prezzo di pasta, farina e prodotti da forno oppure ridurre il relativo approvvigionamento. Insomma il futuro fa paura, così come la possibilità di non riuscire a sopperire economicamente a questa ondata di rincari pesantissimi.
Proprio questa condizione ha fatto scaturire l’allarme tra i consumatori, spaventati ulteriormente dal comunicato diramato poche ore fa. Come prevedibile infatti il caro benzina ha fatto scaturire pesanti proteste: anche andare a lavorare è diventato un privilegio con tali prezzi e le conseguenze sono gravissime. Dal prossimo lunedì infatti, come divulgato dall’Associazione Trasportounito le aziende di autotrasporto sospenderanno a livello nazionale i loro servizi per l’impennata dei costi del carburante.
In una lettera inviata alla Presidenza del Consiglio, al Ministro e al Vice Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e al Presidente della Commissione di Garanzia in Scioperi Trasportounito spiega le sue ragioni. “La sospensione è stata necessaria anche per tutelare le imprese e impedire che le esasperate condizioni di mercato, determinate dal rincaro record dei carburanti, si traducano in vantaggi per altri soggetti del settore trasporti. Ovvero in addebiti per obblighi contrattuali che le imprese della filiera logistica non sono più in grado di garantire” spiega il comunicato. A seguito del comunicato è subito scattato l’allarme sulle piattaforme social. L’invito ai consumatori “fate scorte per 15 giorni” che nelle ultime ore sta girando su Whatsapp ha letteralmente provocato il panico tra i consumatori: cosa c’è di vero?
Non è ancora chiara la portata della sospensione sul territorio nazionale, ma certamente ripercussioni sensibili si avranno in Sardegna. Dove gli autotrasportatori senza sigle hanno già annunciato uno stop a oltranza. Anche se parlare di corsa agli accaparramenti sembra eccessivo, è da ritenere possibile che qualche prodotto possa essere razionato in vista della sospensione. Poiché comunque non si tratta di uno sciopero come anche sottolineato Trasportounito, è probabile che l’incidenza sul rifornimento di prodotti di prima necessità non sarà drastica. Nessun allarme quindi che possa giustificare questa corsa all’accaparramento che si sta verificando negli ultimi giorni. Piuttosto si rivolge un invito ad una spesa intelligente che consenta una corretta ed equa distribuzione dei generi alimentari per tutte le famiglie.
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