E’ allerta nel mondo del mercato ittico per due specie di molluschi molto amati dai consumatori. Stiamo parlando di vongole e telline, a rischio per i prossimi due anni per via dei notevoli cambiamenti climatici a cui è sottoposto il nostro ecosistema.
L’erosione delle spiagge, l’inquinamento delle acqua a causa delle massicce quantità di plastica e rifiuti di ogni genere, sta mettendo a rischio la fauna marina esistente ed in particolare, come anticipato, diverse specie di molluschi e crostacei. L’allarme è scattato a seguito di alcune analisi effettuate dall’ associazione di categoria Fedagripesca Confcooperative, che ha dichiarato lo stato di allarme per la reperibilità di questa categoria. “Dopo un ripascimento le specie che vivono più a ridosso della costa spariscono per due anni, tanto ci vuole perché si creino nuovi insediamenti” ha specificato in una nota. A causa delle mareggiate, nei prossimi mesi bisognerà prelevare tonnellate di sabbia per spostarle sulle spiagge. Questa operazione però, se da un lato consentirà il recupero del litorale, dall’altro mette in serio pericolo la flora e la fauna presenti.
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Allerta vongole e telline | A rischio per i prossimi due anni
L’habitat naturale di numerose specie verrà necessariamente sconvolto da questi rimaneggiamenti, con le conseguenze che la Fedagripesca Confcooperative ha anticipato. “Ogni volta che si interviene con spostamenti di sabbia, la pesca ne risente. Perché la sabbia viene presa in mare e non è sempre lo stesso tipo che si trova a ridosso della riva” afferma l’associazione. “Un danno che raddoppia. Perché se da un lato con il ripascimento si distrugge temporaneamente l’habitat costiero di alcune specie, nelle aree dragate, il fondale potrebbe essere modificato al punto da interferire con la pesca a strascico, compromettendone le reti” spiega. Concludendo una amara disamina sulla situazione attuale. Insomma, dopo il caso delle ostriche francesi, contaminate da un batterio che ha provocato casi anche gravi di gastroenterite nei consumatori, sembra non ci sia pace per questa specie così prelibata.
Anche in questo ultimo caso pare che la responsabilità sia di matrice climatica. ll prefetto della zona interessata ha parlato di una crisi passeggera. Dovuta in particolare al rigido freddo: le temperature invernali infatti sarebbero responsabili di una più rapida propagazione del virus. Le forti e prolungate piogge registrate avrebbero inoltre avuto un impatto negativo sui depuratori.
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