Antonino Cannavacciuolo ha deciso di svelare quali sono i segreti della sua cucina, un racconto intenso fatto si sapori e odori… tutto contenuto nel suo nuovo libro: Il meglio di Antonino.
La vita dello chef è cambiata dal momento in cui ha scoperto il piacere della cucina, un percorso cominciato quando era solo un bambino che guardava cucinare la nonna preparare il pranzo della domenica, per poi continuare da solo e seguire le orme del padre.
Non a caso, Antonino Cannavacciuolo raccontando il suo nuovo lavoro editoriale al settimanale Oggi ha dichiarato: “La ricetta e l’idea possono essere una guida per il cuoco, ma la cucina è legata alla tua anima. O ce l’hai, o non ce l’hai, altrimenti eravamo tutti chef! Sono cose che non si vedono, ma si sentono, è questo che fa la differenza. Ognuno di noi ha un dono: è quel che trasmetti, come accarezzi, come provi, riprovi, assaggi, e poi il tempo, la stanchezza… C’è tutto, credimi. Dietro c’è un vulcano che è sempre lì lì per scoppiare: questa è la cucina”.
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Antonino Cannavacciuolo, dunque, ha voluto che il suo libro altro non fosse che il racconto perfetto della sua concezione di cucina e della passione che questo mette ogni volta che realizza un piatto.
Non a caso, ecco che continua dicendo: “E lo dimostra il fatto che ci sono tanti ristoranti che aprono e chiudono velocemente. Sembra facile, ma quando hai a che fare con i clienti, i critici, il mondo culinario, devi essere artista, soldato, professionista… Tutto. E devi parlare con l’ingrediente: se lo sai ascoltare, lui ti parla”.
Cucinare, dunque, è passione, condivisione del sentimento e trasporto in un’altra dimensione: “Oggi vedo gente che cucina di corsa, e magari a quel che risulta è anche buono, ma è senza amore. E a chi mangia non arriva niente. Ma se ti prendi cura del cibo, dall’altra parte vedi gli occhi lucidi e sorrisi. Ed è bellissimo quando mi dicono: ‘Mangiando qui mi hai fatto fare un viaggio in Costiera Sorrentina’. Perché è proprio là che ti volevo portare, ci sono cresciuto, ed è questa l’emozione che desideravo farti provare”.
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