Spesso si utilizza la buccia di arance e limoni per diverse preparazioni, come quelle dolciarie. Non sempre però è possibile mangiarla: lo dice l’etichetta.
E’ abitudine comune impiegare questo ingrediente per aromatizzare creme, budini e torte oppure altri piatti. Senza dubbio il profumo particolare che gli agrumi conferiscono rende ogni pietanza più invitante, ma si trascura il più delle volte un aspetto che invece risulta importante ai fini della salubrità di ciò che consumiamo quotidianamente. La pratica che la grande distribuzione adotta solitamente prevede che arance e limoni, così come altre varietà, possano essere sottoposti a trattamenti che ne preservano lo stato di conservazione.
Anche se nel 2011 il regolamento UE 1129/2011 ha escluso l’utilizzo di alcune categorie di agenti di rivestimento per agrumi, ancora oggi è possibile spruzzare la superficie esterna degli stessi con tiabendazolo ed imazalil come fungicidi ed antiparassitari. Cere naturali e gommalacca vanno ad aggiungersi a questa gamma di sostanze per migliorare l’aspetto esterno e sigillare i pori in modo da prolungare la conservazione del prodotto.
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Arance e limoni Buccia | Attenti all’etichetta | Non sempre si può mangiare
Ebbene secondo quanto disposto dal Reg. UE 543/2011 del 7 luglio 2011 e del D.M. 27 agosto 2004, sussisterebbe un obbligo di riportare sulle etichette degli agrumi confezionati la menzione “buccia non edibile” quanto meno per i prodotti trattati con il fungicida imazalil. La scritta deve essere chiara ed apparire ben leggibile su uno dei lati dell’imballaggio. In caso di alimenti sfusi la stessa indicazione deve essere invece contenuta nei documenti di trasporto. Il problema dunque sussiste in particolare per gli agrumi venduti nei mercati rionali e luoghi simili. In cui pur vigendo l’obbligo indicato, è difficile trovare chi riporti in modo manifesto la segnalazione sulla edibilità o meno della buccia di arance e limoni. E’ credenza comune qualificare come ‘non trattati’ quei prodotti che conservino integri ed attaccati il picciolo e le foglie, il che è vero solo parzialmente. Da un lato infatti si può escludere che siano stati sottoposti a trattamenti con cere. Dall’altro invece non si può accertare a priori se abbiano subito o meno trattamenti a base di fungicidi.
Il consiglio dunque è di preferire acquisti a chilometro zero, stagionali e di prodotti certificati come biologici. In ogni caso è bene sempre prestare attenzione all’etichetta e verificare se questa contiene espressamente la menzione sulla edibilità della buccia. In modo da preservare la bontà e la genuinità delle vostre preparazioni.
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