La consuetudine di descrivere i cereali integrali in questo modo anche quando non sono propriamente tali è una furbata delle grandi aziende.
I cereali integrali sono molto consumati da tutti. A qualunque latitudine ed a qualsiasi età, le mattinate di milioni di persone iniziano quotidianamente con questo prodotto da abbinare al latte oppure allo yogurt.
La colazione preferita negli Stati Uniti annovera la presenza di cereali integrali. Sono oltre i tre quarti della popolazione che li sceglie per consumare il loro primo pasto del giorno. Questo tipo particolare di cereale è preferito perché ritenuto non raffinato. Una caratteristica che dovrebbe riguardare anche le altre tipologie di cibo integrale.
Se non fosse che a volte risulta alquanto complicato identificare quelli che sono i prodotti del tutto integrali. Le università di New York e di Boston hanno condotto una ricerca in base alla quale i prodotti commerciali con cereali raffinati indicavano tale aspetto con la dicitura ‘fatto con multicereali’.
Una annotazione ritenuta poco chiara ed anzi, palesemente fuorviante. Nella quale non c’è riportato chiaramente che si tratta invece di prodotti lavorati pienamente con processi industriali.
Una cosa che comunque finisce con lo spingere una grossa fetta di consumatori ad acquistarli al pari di alimenti invece davvero integrali. Purtroppo manca una legge che stabilisca con precisione cosa può essere definito integrale e cosa no. Sia negli Stati Uniti che in Italia.
Alcune indicazioni riportate sul packaging dei prodotti non del tutto sani evitano di riportare la quantità di farina raffinata.
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Nelle informazioni sul retro dell’etichetta gli ingredienti presenti sono riportati in ordine da quelli con la presenza maggiore a quella meno presente, in modo decrescente.
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Poi c’è l’uso di crusca, cruschella ed altri elementi di scarto della raffinazione della farina. Vengono usate per accrescere il contenuto di fibra e la caratteristica colorazione marrone dei prodotti integrali. Ma la vera fibra ha valori nutrizionali ben diversi e di gran lunga migliori.
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Come al solito bisogna sempre muoversi con i piedi di piombo quando abbiamo a che fare con i prodotti di fattura industriale. Perché per quanto possano essere presentati come light, con zero zuccheri, senza grassi aggiunti e così via da parte dei soggetti che li producono, presentano sempre e comunque una certa percentuale di sostanze che non rappresentano proprio il top per la salute, se assunte in dosi continuate e considerevoli.
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