Il bisfenolo nei pomodori rappresenta una presenza fin troppo diffusa. La sostanza è molto nociva e purtroppo un test presenta pessimi risultati.
Bisfenolo nei pomodori, la problematica rappresenta un grosso inconveniente per il benessere delle persone. Infatti ci possono essere delle ripercussioni sulla salute, come confermato dalla Commissione Europea e da diversi altri enti mondiali su salute ed alimentazione. Il bisfenolo nei pomodori può causare delle problematiche del sistema endocrino, cosa confermata anche da diversi studi compiuti nel corso degli anni.
In particolare è nocivo il bisfenolo A, noto ance come BPA, che può contaminare gli alimenti mediante gli imballaggi ed i materiali che entrano in contatto diretto con il cibo, quali plastica e carta. Purtroppo i pomodori non sono affatto esenti da questa sostanza, che è molto utilizzata nel novero di quelle che sono le moderne dinamiche di produzione industriale.
Bisfenolo nel pomodoro, qual è la misura massima giornaliera da non superare
Il bisfenolo A è fortemente tossico e c’è una brutta notizia: un test che ha voluto testare quello che è l’attuale livello di salubrità dei pelati. L’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) ha stabilito che il valore massimo di assunzione giornaliera deve essere di 0,2 nanogrammi (0,2 miliardesimi di grammo) per chilogrammo di peso corporeo di una persona al giorno.
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Il valore è stato abbassato di svariate centinaia di migliaia di volte rispetto all’ultima valutazione compiuta da questo ente. Si tratta di una misura a scopo precauzionale per ridurre ulteriormente i rischi di finire intossicati. Però la rivista dei consumatori tedesca Oko-Test ha scoperto che 18 marche su 20 di pelati di pomodori sottoposti ad osservazioni su appositi campioni in laboratorio non rispettano questi valori.
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Risultati impietosi dal test
Si tratta in tutti i casi di pelati messi in commercio all’interno di lattine. Eppure alcuni produttori hanno dichiarato che il bisfenolo A non è presente nei materiali impiegati per i loro contenitori in alluminio.
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Ma nel frattempo di tutto ciò a farne le spese sono i consumatori. Inoltre alcune di queste marche di pelati di pomodori che non hanno superato le analisi di Oko-Test potrebbero anche essere vendute in Italia. Purtroppo non sono disponibili i nomi degli articoli presi in considerazione.