La battaglia per la trasparenza del tuo carrello passa anche per la presenza dei bollini sulla frutta. Senza, le cose sarebbero davvero peggiori.
Bollini sulla frutta, quanti ne avete staccati in vita vostra? Probabilmente a centinaia. Ogni volta che andiamo a fare la spesa capita di comprare della frutta con su appiccicato un contrassegno della marca.
Tante volte i bollini sulla frutta riportano la denominazione ufficiale di quella tipologia specifica, con anche una grossa enfasi data alla provenienza. I bollini sulla frutta hanno una storia abbastanza recente.
I primi bollini di origine vennero introdotti negli anni ’80 del XX secolo, principalmente in Europa, per identificare la provenienza geografica della frutta. Parliamo quindi di neanche cinquant’anni fa.
Agli inizi degli anni ’90, iniziarono a comparire i bollini biologici e di commercio equo e solidale, per segnalare metodi di produzione e commercializzazione più sostenibili. E dagli anni 2000 in avanti, la diffusione dei bollini si è ulteriormente ampliata, includendo informazioni sulla varietà, la tracciabilità e le pratiche agricole impiegate.
Nel 2011, l’Unione Europea ha reso obbligatoria l’indicazione dell’origine per tutta la frutta fresca commercializzata, rafforzando il ruolo dei bollini come strumento di informazione al consumatore.
Negli ultimi anni, sono emersi anche bollini legati a specifici disciplinari di produzione, come quelli per le Indicazioni Geografiche Protette (IGP) e le Denominazioni di Origine Protetta (DOP). Quindi i bollini sulla frutta, nati per fornire informazioni sull’origine, si sono progressivamente evoluti per soddisfare una domanda crescente di trasparenza e sostenibilità da parte dei consumatori.
Gli stessi comportano tutta una serie di vantaggi. Forniscono informazioni chiare sull’origine, la varietà e le caratteristiche della frutta, permettendo ai consumatori di fare scelte d’acquisto più consapevoli.
Ed i bollini consentono di risalire alla provenienza della frutta, aumentando la fiducia dei consumatori e la possibilità di identificare eventuali problemi di qualità o sicurezza alimentare. Alcuni bollini indicano pratiche sostenibili, biologiche o di commercio equo e solidale, permettendo di scegliere prodotti più in linea con i propri valori.
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Non manca però anche qualche svantaggio. L’applicazione e il monitoraggio dei bollini comportano costi che possono essere riversati sui prezzi al consumo, rendendoli meno accessibili.
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Se non adeguatamente controllati, i bollini possono essere falsificati, permettendo l’immissione sul mercato di prodotti non conformi. La proliferazione di diversi tipi di bollini può confondere i consumatori, rendendo difficile una comprensione immediata del loro significato.
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Ed alcuni produttori potrebbero sfruttare i bollini per apparire più sostenibili di quanto non siano in realtà, praticando il cosiddetto “greenwashing”.
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