Come si deve comportare un individuo soggetto a questa problematica? Tra caffè e trigliceridi alti arriva una scoperta accademica importante.
Caffè e trigliceridi alti, come stanno le cose? Chi ha dei problemi in questo senso dovrebbe curare la propria alimentazione e soppesare con dovizia di particolari sia la tipologia di quel che mangia che la quantità.
Vale lo stesso anche per il caffè, in caso di trigliceridi alti? Con tutta probabilità il caffè è ciò che viene assunto con maggiore frequenza da parte della maggior parte delle persone, ogni giorno. Questa bevanda fa parte da secoli delle abitudini di tutti, e specialmente in Italia il suo consumo è molto radicato.
Tra caffè e trigliceridi alti che tipo di rapporto vige? Bisogna ricordare che un eccesso nella assunzione della bevanda nera per eccellenza comporta dei rischi per la salute, con effetti osservati in maniera diretta nel corso di svariati studi svolti nel corso dei decenni.
Bere troppo caffè porta al sorgere di:
- insonnia;
- palpitazioni;
- irritabilità;
- tachicardia;
- bruciore di stomaco;
Caffè e trigliceridi alti, lo studio sorprendente
E questi sono solo alcuni degli effetti negativi di un abuso di caffè. La troppa caffeina ha queste conseguenze negative, così come il caffeone – un olio essenziale in esso contenuto – può attaccare la mucosa dello stomaco causando una sensazione di dolore.
Di contro però, bere caffè nelle giuste dosi – massimo tre al giorno e decisamente meglio senza zucchero o dolcificanti – offre prevenzione da ictus, problemi al cuore e simili. Per quanto riguarda i trigliceridi, questa è la loro scala di valore:
- meno di 150 mg: situazione normale;
- tra 150 e 199 mg: situazione da monitorare;
- tra 200 e 400 mg: situazione di rischio;
- oltre i 400 mg: situazione fortemente compromessa;
Ma uno studio condotto dai ricercatori della statunitense Università dell’Illinois sostiene che, in caso di trigliceridi alti, bere caffè apporti benefici. Ai topi era stata somministrata una alimentazione quotidiana che comprendeva anche un quantitativo di caffeina pari a 4 tazze.
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Il risultato è che questi topi hanno avuto in cambio una accresciuta protezione contro ictus ed aumento di peso rispetto ad un altro gruppo di cavie che avevano ricevuto la stessa quantità di decaffeinato.
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Ma ovviamente la cosa non funziona solamente così: per ridurre ogni rischio servono una dieta equilibrata ed una attività fisica anche moderata ma costante di settimana in settimana.
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