Dovrebbero essere uno strumento non inquinante e sicuro per la salute in ambito alimentare, invece nemmeno le cannucce in carta e bambù si salvano.

Quali oggetti contengono PFAS? Pure le cannucce non fanno eccezione
Cannucce in carta ed in bambù (Ricettasprint.it)

Le cannucce in carta e bambù sono state celebrate come alternative ecologiche alle tradizionali cannucce di plastica. Ed invece un recente studio condotto da ricercatori belgi ha sollevato preoccupazioni significative riguardo alla sicurezza di questi prodotti.

La rivelazione scientifica in questione ha svelato che le cannucce in carta e pure quelle bambù contengono tracce di sostanze chimiche nocive conosciute come PFAS (sostanze per- e polifluoroalchiliche). Questi composti sono noti per la loro persistenza nell’ambiente e per i potenziali rischi per la salute umana.

La ricerca, pubblicata sulla rivista Food Additives & Contaminants, ha analizzato 38 diverse marche di cannucce disponibili in Belgio, scoprendo che ben 27 di esse contenevano PFAS. Questa è una delle prime indagini di questo tipo in Europa e ha messo in luce un problema che potrebbe avere ripercussioni più ampie sul mercato delle alternative sostenibili.

I PFAS, definiti anche “forever chemicals”, possono persistere nell’ambiente per millenni e sono stati associati a una serie di problemi di salute, tra cui disfunzioni endocrine, compromissione del sistema immunitario e malformazioni nello sviluppo.

Quanto inquinano le cannucce?

Quali oggetti contengono PFAS? Pure le cannucce non fanno eccezione
Cannucce (Ricettasprint.it)

L’analisi ha evidenziato che la maggior parte delle cannucce contaminata era di carta, con 18 marche su 20 risultate positive per PFAS. Ma non solo: anche le cannucce di bambù, plastica e vetro hanno mostrato tracce di queste sostanze. Sorprendentemente, solo le cannucce in metallo sono risultate completamente prive di PFAS, suggerendo che questo materiale potrebbe essere una scelta più sicura per i consumatori attenti alla salute.

Thimo Groffen, uno degli autori dello studio, ha commentato come la presenza di PFAS in prodotti pubblicizzati come ecologici metta in discussione l’efficacia delle scelte sostenibili. Le cannucce di carta e bambù, che dovrebbero essere biodegradabili e sicure, potrebbero in realtà contribuire alla contaminazione ambientale e alla salute umana.

Tra le sostanze chimiche più preoccupanti identificate nell’analisi c’era l’acido perfluoroottanoico (PFOA), un composto ormai vietato in molti paesi, Italia inclusa, per il suo legame con gravi condizioni di salute come tumori e malattie endocrine.

Sebbene i livelli di PFAS riscontrati nelle cannucce siano considerati generalmente bassi e non immediatamente pericolosi, l’uso prolungato e ripetuto potrebbe accumularli nel corpo. Aumentando così il rischio di effetti negativi nel tempo.

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La scoperta è inquietante

La questione centrale rimane: come è possibile che i PFAS si trovino in prodotti che dovrebbero essere biodegradabili? I ricercatori ipotizzano che queste sostanze non siano solo il risultato di contaminazioni accidentali. Potrebbero anche essere state deliberate per conferire proprietà idrorepellenti e migliorare la resistenza delle cannucce.

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Di fronte a queste scoperte, cosa possono fare i consumatori? Groffen consiglia di optare per cannucce in acciaio, che non presentano tracce di PFAS, o di limitare l’uso delle cannucce in generale.

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Tale scelta non solo riduce il rischio di esposizione a sostanze chimiche nocive, ma promuove anche un comportamento più sostenibile. Ma i risultati scioccanti di questo studio al contempo confermano una cosa: ormai al mondo tutto è inquinato. E la cosa tende a peggiorare sempre di più.