Lo chef Carlo Cracco si aggiunge a modo suo a coloro che stanno rivolgendo inviti ai cittadini in questi giorni difficili a causa dell’espandersi del contagio da Coronavirus. Lo fa mettendosi dalla parte di chi lavora, attirando però non poche polemiche per il messaggio ritenuto da tanti un pò controverso.
Sul suo profilo social infatti, il cuoco stellato che come tanti, sta subendo il colpo della diffusione del contagio da Coronavirus, ha condiviso uno scatto emblematico. Sono molti gli operatori del settore della ristorazione ad aver conteggiato cancellazioni a tappeto, a seguito degli eventi degli ultimi giorni. Soprattutto a seguito dell’ultimo decreto emanato dal Governo, che ha esteso il limite delle zone rosse a tutta la Lombardia, includendo anche diverse città in altre regioni più colpite. Nonostante ciò nei giorni scorsi, prima che la situazione diventasse così drammatica, Cracco aveva mostrato di non volersi fermare, ma di cercare di mantenere un clima di calma senza cedere alla psicosi.
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Purtroppo la realtà dei fatti è stata ben diversa. Tantissimi infatti hanno sottovalutato il problema, mettendo in atto comportamenti sconsiderati che hanno comportato una pericoloss diffusione a macchia d’olio del virus.
Ancora oggi, al suono dello slogan ‘Milano non si ferma’, Cracco si mostra solidale con coloro che nonostante tutto continuano a lavorare. “In questi giorni strani, di paure e incertezze, c’è anche una Milano che non si arrende, una Milano che ci crede, una Milano che lavora e che pensa a fare del bene” scrive sul suo profilo Instagram.
Continuando: “Grazie a @etro che ha realizzato questa t-shirt che non solo lancia un messaggio positivo per tutti, ma che contribuisce a sostenere la ricerca del laboratorio di virologia dell’ospedale Luigi Sacco”.
Poi invita i cittadini del capoluogo meneghino a collaborare per far sì che tutto finisca quanto prima: “Milano è una città viva e sono sicuro che se tutti noi che la amiamo così tanto ci mettiamo insieme, vinceremo questa battaglia e faremo grandi cose. #forzamilano #milanononsiferma”.
Il messaggio non è stato accolto in modo molto positivo da una gran parte dei suoi followers, scatenando gravi polemiche sul divario tra nord e sud. Tutto è partito da un commento che esprimeva dissenso per il concetto ‘restrittivo’ espresso da Cracco. “Una Italia che non si ferma e non si arrende!!!! Cominciate a pensare all’Italia come nazione e non sempre al vostro orticello” scrive una follower. Rimarcando il fatto che, un personaggio noto come lui, avrebbe dovuto inviare un messaggio più generale.
Avendo anche ammiratori da tantissime altre regioni che, comunque, stanno combattendo per arginare i contagi, probabilmente sarebbe stato più consono. Fatto sta che il commento ha sollevato pesanti insulti da parte di cittadini settentrionali, che hanno rimarcato le differenze economiche tra nord e sud, ovviamente a sfavore di quest’ultimo. Fortunatamente tra i tanti, anche altri utenti di regioni settentrionali non hanno valutato positivamente l’iniziativa. Esemplare è il commento arrabbiato di un follower emiliano: “È inutile fare queste iniziative di m***a solo perché in Lombardia avete un po’ di contagiati in più. Siamo nei casini tutti!“. Qualcuno con educazione, fa notare nuovamente: “Caro chef l’Italia dovrebbe essere tutta unita TUTTA! Forza!”.
Altra polemica invece prende il via dalla possibilità di Cracco di evitare di restare aperto. Nella consapevolezza che in un ristorante risulta estremamente difficile rispettare le distanze imposte dal decreto. Anche nella immagine condivisa si vedono chiaramente alle sue spalle due cuochi lavorare uno accanto all’altro. In una cucina in effetti, sarebbe impensabile riuscire a restare così lontani: è un lavoro fatto di comunicazione e collaborazione continua. Insomma, se l’intenzione di Carlo era quella di mandare un messaggio positivo, ci è riuscito solo in parte. Lo slogan ‘Io sto a casa’ pubblicizzato da tantissimi personaggi dello spettacolo non sembra essere condiviso da lui, che ha sposato fin dal principio una filosofia diversa. Oggi più che mai, forse un pò in contrasto con quello che invece gli esperti suggeriscono.
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