Carlo Cracco è uno chef tutto di un pezzo che come tanti ha coltivato una passione trasformandola in un lavoro. Non sono mancati momenti difficili, la gavetta faticosa e lo studio, ma senza dubbio le soddisfazioni sono arrivate. A prescindere dall’esperienza televisiva che lo ha visto protagonista in qualità di giudice in diverse edizioni di Masterchef, Cracco è innanzitutto uno chef. Il suo amore per la cucina nasce tra le mura di casa quando, ancora bambino, pasticciava tra i fornelli osservando la mamma. “Un pò anche perchè mi piaceva mangiare” ammette, sorridendo.
Il suo percorso inizia tra mille dubbi: all’epoca fare lo chef non era di moda e gli sbocchi lavorativi erano pochi. “I miei amici mi chiedevano come potessi credere in questo lavoro” racconta. Invece, contro ogni aspettativa e con impegno e dedizione, è riuscito nel suo intento. “Ho iniziato a frequentare la scuola, ma non ero mai stato in un ristorante. Mi ricordo i quattro al primo quadrimestre. Il professore, non convinto delle mie potenzialità, consigliò ai miei genitori di mandarmi a fare pratica in cucina, come fosse una punizione. E invece fu la mia fortuna” ha rivelato Cracco in una recente intervista. Una lezione che non dimenticherà mai, quella di Gualtiero Marchesi, diventata il vademecum del suo percorso professionale. “Diceva che l’esempio è la più alta forma di insegnamento. Da lui ho capito che a farti diventare bravo non era il libro di cucina, ma l’approccio, il sacrificio, l’impegno e la serietà” ricorda.
La rivalutazione del mestiere di chef ha aperto le porte alle aspirazioni di tanti giovani, più consapevoli di una scelta che spesso veniva utilizzata quasi come un ripiego. In questo ha giocato un ruolo importante il contesto televisivo che attraverso i cooking show ha mostrato il mondo culinario da un altro punto di vista, trasformando gli chef in veri e propri personaggi del mondo dello showbiz.
“Io non mi sento vip. Il fatto che ti considerino famoso non significa nulla. Conta che questo lavoro oggi è più bello, più gratificante e può dare tante opportunità” ha affermato Cracco in merito. “La mia priorità è sempre stata la cucina e non la televisione. Anche quando facevo MasterChef, dopo le registrazioni correvo al ristorante. Ho vissuto l’esperienza in tv come un’occasione in un momento in cui nessuno ci avrebbe scommesso” ha spiegato lo chef.
Riguardo le opinioni sulla sua cucina, in particolare rispetto alle polemiche sorte intorno alla sua versione della pizza, Cracco non fa una piega. “La gente parla perché ha bisogno di parlare. Prima lo si faceva al bar, ora lo si fa su internet e la platea cambia. Non mi sono mai arrabbiato e mai mi arrabbierò” replica. Concludendo, con lo sguardo sicuro che lo caratterizza: “Difficilmente si è profeti in patria. L’importante è fare bene, sempre e comunque”.
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