La pizza di Carlo Cracco, tanto odiata, tanto chiacchierata e allo stesso tempo tanto amata… ma per lo chef è giunto il momento di mettere un punto.
Nel corso degli anni Carlo Cracco è sempre stato oggetto di discussione per le sue ricette, ma anche i costi da sostenere per i clienti che, comunque sia, nei suoi ristoranti si affidando ad un’esperienza culinaria incredibile e anche indimenticabile.
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Un esempio pratico per capire quanto stiamo dicendo, non a caso, è rappresentato dalla pizza gourmet che viene servita nei ristoranti di Cracco, la quale ha fatto sempre discutere per il costo e l’ipotetica sfida lanciata dalla chef.
La pizza realizzata da Carlo Cracco, dunque, torna ad essere oggetto di discussione sui media, una pietanza dal sapore indescrivibile e che ha accolto tutte le critiche positive da parte dei magazine gastronomici ma anche da tutti coloro che hanno deciso poi commentare il piatto in questione.
Inoltre, negli anni in molti hanno fatto riferimento alla pizza realizzata da Cracco come une vera e propria provocazione lanciata alla tradizione italiana, rivoluzionata sotto ogni punto di vista e che non sempre ha poi trovato riscontro nel successo che, nonostante tutto, ha sempre riscosso nei ristoranti dello chef.
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A tenere banco nel mondo, non a caso, troviamo la lunga intervista che Carlo Cracco ha rilasciato al portale al FanPage, mettendo il punto sulla questione “pizza” e la sua variante servita nei suoi ristoranti a Milano e non solo.
Infatti, nel momento in cui è stato chiesto allo chef di parlare della sua pizza gourmet, lo chef parlando del suo modo di intendere questo piatto ecco che chiarisce ogni cosa: “Non è mai stata una provocazione. Chi fa il cuoco e lo fa a livelli alti è in grado di gestire tutta la linea della cucina, che va dalla A alla Z. Di chi è in fondo la pizza? La pizza è una delle più grandi bandiere italiane, ma la pizza non è italiana, se vogliamo essere proprio precisi“.
Successivamente, lo chef circa l’argomento, ecco che conclude così il suo intervento: “La pizza si fa in tutto il bacino del Mediterraneo, in maniera diversa e con nomi diversi, ma c’è. Si chiama pizza a Napoli, che gli ha dato i natali con la Margherita. La pizza però va avanti, non appartiene a qualcuno, è di proprietà di chi se ne prende cura, la fa crescere, la rinnova“.
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