Scatta l’allarme sulla carne di cavallo che l’Europa importa dall’Australia. Nella maggior parte dei casi il prodotto risulta contaminato da farmaci vietati.
Il commercio di carne di cavallo presenta un aspetto decisamente inquietante. Infatti più del 50% del traffico legale della stessa che proviene dall’Australia e che arriva all’interno del territorio della Unione Europea proviene da equini utilizzati nel corso della loro vita nell’ippica. Questo vuol dire che questi animali avevano assunto con altissime probabilità dei farmaci per migliorare le loro prestazioni o per preservarne la salute.
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In Australia non vi è alcun sistema di tracciabilità e di anagrafe (e quindi di controllo) su quello che è il buono stato di sicurezza della carne di cavallo. Un aspetto che riporta un livello di gravità comprensibilmente alto, come sottolinea la rivista ‘Il Salvagente’. Tra l’altro non mancano anche episodi di maltrattamenti all’interno dei macelli dove i cavalli vengono finiti. Ne parlano svariate associazioni animaliste a seguito di una inchiesta aperta da anni. E che nel corso del tempo si è avvalsa di riprese tramite telecamere nascoste ed altre testimonianze. Comunque il fatto che la carne di cavallo sia per più del 50% lavorata da animali impiegati nell’ambito dell’ippica deve fare preoccupare.
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Tra l’altro l’Australia non sembra porsi il problema in maniera particolare perché lì il consumo di quel tipo di carne è vietato. Il centro principale di importazione e di smistamento verso i Paesi vicini in Europa è il Belgio. Quella carne arriva anche sulle tavole italiane. Le associazioni animaliste che hanno raccolto prove a sufficienza per puntare il dito contro questo sistema parlano di un giro messo su per ottenere facili quanto vergognosi guadagni. Gli animali non più adatti a gareggiare vengono destinati alla macellazione per essere eliminati ed al contempo per ottenere il massimo profitto. Ma questi animali sono sprovvisti di microchip, passaporto e documentazione e dispongono soltanto una targhetta ed un collare.
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E poi una semplice documentazione nella quale viene smentito che l’animale in questione abbia mai assunto dei farmaci. Una cosa però difficile da verificare e che molto spesso non corrisponde a verità. Gli equini vengono venduti all’asta, tra l’altro molto spesso in nero. E portati nei centri di macellazione dove spesso non permangono le necessarie condizioni di sicurezza e di igiene. Qui avvengono poi vere e proprie torture, come scosse elettriche indotte nelle parti intime per stordirli prima di essere finiti. Ma succede anche che l’animale sia ancora cosciente prima di essere ammazzato ed appeso per essere dissanguato. E tutto questo deve finire. Le associazioni animaliste chiedono con veemenza di tagliare i ponti con l’Australia da questo punto di vista, bloccando le importazioni.
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