Il cavolfiore è saporito, può essere cucinato in tanti modi diversi e soprattutto apporta benefiche proprietà al nostro organismo.
Cavolfiore, un prodotto della terra che non ha proprio niente che non vada. Dal sapore alle proprietà nutrizionali, questo ortaggio è un esponente particolare dei cavoli e la sua parte commestibile è contenuta proprio nel suo fiore, da cui il nome.
Strettamente imparentato con il cavolo cappuccio, i cavoletti di Bruxelles, la verza ed i broccoli, il cavolfiore spunta tra autunno ed inferno a temperature anche non miti. Il suo periodo di coltura si estende in particolare tra ottobre ed aprile, a volte maggio addirittura.
La caratteristica principale di questo ortaggio è dato dal fatto che il suo frutto è commestibile, mentre con altre varietà di cavolo teniamo in considerazione per questo le foglie.
E ne esistono diverse varietà:
- arancione;
- bianco;
- verde;
- viola;
Come fare per prepararlo? La coltura deve avvenire a maturazione avvenuta, con il bocciolo intatto e ben sodo. Eliminate quindi torsolo e stelo oltre che foglie più esterne. Ciò ne allungherà i tempi di conservazione, anche se quelle più piccole vengono a volte ritenute commestibili.
Cavolfiore, qual è il suo contenuto nutrizionale
Se dei cavolfiori avranno foglie verdi allora saranno di buona qualità. Al contempo foglie verdi e presenza di macchie scure sono segni di un cattivo stato di conservazione. In ambito alimentare questo prodotto è formato essenzialmente da acqua, non ha praticamente grassi e ha anche un contenuto quasi irrilevante di zuccheri.
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Al contrario molto buono è il contenuto di vitamina B1 e B5, oltre che della vitamina C, del ferro ed in generale di rame, calcio, potassio sodio, fosforo, vitamina A ed acido folico. Non mancano inoltre alcuni amminoacidi essenziali.
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Se ne consiglia l’assunzione per goderne delle proprietà drenanti e diuretiche, per contrastare i malanni della stagione fredda come influenza e raffreddore e per potenziare le proprietà antinfiammatorie ed antiossidanti dell’organismo. Come unico effetto collaterale c’è una difficoltà, a volte, nel digerirlo.
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