L’utilizzo dell’intelligenza artificiale dovrebbe essere sempre virtuoso ed intelligente. E non truffaldino e per il proprio tornaconto.
Con l’intelligenza artificiale – che in molti chiamano anche IA o AI con l’acronimo o in italiano o in inglese (artificial intelligence) – è possibile fare veramente di tutto ormai. Da più di un anno questa innovazione è entrata a fare parte delle vite di tanti.
Con la intelligenza artificiale possiamo scrivere quello che vogliamo, chiedere informazioni su praticamente qualunque argomento e simili. Per chi svolge un lavoro da ufficio, l’impiego della intelligenza artificiale può fare da ottima integrazione per ottimizzare e velocizzare le proprie prestazioni.
Ma a volte sentiamo di come della IA si faccia un uso distorto. Ad esempio è già avvenuto che il computer sostituisse la manodopera umana. Presso alcune case di sviluppo di videogame l’intero personale dedicato alla creazione artistica è stato licenziato.
Al posto di diverse persone, c’è un pc che fa il loro lavoro in maniera gratuita. Ma è un qualcosa di aberrante, che non dovrebbe accadere e che necessita della creazione immediata di leggi apposite a tutela della manodopera umana. E poi c’è pure chi riesce a mangiare gratis grazie alla IA.
Mangia gratis da McDonald’s con l’intelligenza artificiale, in che modo
Negli Stati Uniti un tizio noto come Gage, che conduce assieme ad altri un podcast alquanto seguito, ha affermato di avere ingannato McDonald’s utilizzando una nota piattaforma di intelligenza artificiale. Così facendo si è fatto consegnare circa cento porzioni di hamburger e patatine.
Queste sono parole sue ed azioni sue del tutto non condivisibili né meritevoli di elogi. Di fatto, se la cosa dovesse corrispondere a verità , rappresenterebbe una truffa in piena regola. Cosa afferma di avere fatto questa persona?
Lui dice di avere raccattato quanti più scontrini di pasti consumati da altri clienti e lasciati distrattamente od in maniera incivile sui tavoli (tutto quanto andrebbe buttato nella spazzatura, n.d.r.).
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Così facendo, Gage avrebbe sfruttato i codici univoci presenti su ogni scontrino per aprire dei reclami sul web. E per ogni scontrino lui si è fatto compilare delle finte recensioni dal contenuto pessimo, rispondendo “insoddisfatto” ad ogni domanda di un successivo questionario sulla qualità del servizio offerto.
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“In mezza giornata qualcuno di McDonald’s ti manderà un buono pasto via e-mail. Vale per ogni reclamo presentato”. Questo presuppone la creazione di altrettanti indirizzi e-mail.
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Gage sostiene che sia vero, noi dubitiamo, in quanto qualsiasi compagnia prende le giuste contromisure contro qualsiasi tipo di furbata. Furbata che Gage avrebbe messo in atto nel giro di circa nove mesi. E che invitiamo a non replicare, riportando il tutto solo per diritto di cronaca.