Nel corso degli anni sono stati numerosi gli imprenditori che hanno chiesto aiuto a Cucine da Incubo, condotto da Antonino Cannavacciuolo. Ma chi paga le ristrutturazioni?
Il 2022 ha fatto da senario anche al ritorno di Cannavacciuolo al timone del programma Cucine da Incubo su Sky, lo show che alcuni anni era andato in pausa e che in Italia vede come indiscusso protagonista lo chef stellato, mentre la versione americana è affidata a Gordon Ramsay.
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Lo chef stellato e giudice di MasterChef, quindi, durante la messa in onda del programma si reca nei ristoranti selezionati e che negli ultimi anni hanno affrontato non poche difficoltà, il tutto nel tentativo di rivalutare in toto l’attività in questione, ristrutturare e provvedere anche al restyling del menù.
Cucine da Incubo cosa succede nei ristoranti?
Come è ben noto, la produzione del programma selezione dei ristoranti accogliendo la richiesta degli imprenditori di intervenire con la loro squadra supportata da Antonino Cannavacciuolo, il quale si trova al capo della ristrutturazione.
Lo chef, dunque, ha il principale compito di scovare gli aspetti negativi all’interno della sala, nel servizio, nel menù e soprattutto la cucina… insieme all’organizzazione dell’attività tra incassi e tutto il resto.
Una domanda che spesso i telespettatori si sono posti, comunque sia, riguarda i costi sostenuti in caso di ristrutturazione: questi sono a carico della produzione dello show oppure no?
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Chi paga la ristrutturazione del ristorante?
Una domanda che torna nuovamente ad animare lo show di Cucina da Incubo, soprattutto dopo il ritorno in onda. A dare una chiara risposta, dunque, in questo caso ci ha pensato il portale Salerno.occhionotizie.it, attraverso delle dichiarazioni rilasciate da un ex concorrente.
La persona in questione, circa il pagamento delle ristrutturazioni e il ruolo di Antonino Cannavacciuolo ha dichiarato: “Tutto quanto viene fatto è a carico del ristoratore, cui viene offerto solo un compenso di poche migliaia di euro in attrezzi da cucina. Sia chiaro, Antonino non c’entra”.
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