Cosa succede in situazioni del genere: chi paga se si rompe qualcosa al supermercato? Tutti gli scenari possibili che potrebbero presentarsi.
![Chi paga se si rompe qualcosa al supermercato? Dipende](https://www.ricettasprint.it/wp-content/uploads/2024/06/Donna-spesa.jpg)
Chi paga se rompi qualcosa al supermercato? Potrebbe capitare che, sfilando male una bottiglia, tutto un’intera pila di prodotti potrebbe venire giù e rompersi. Quindi, cosa succede in una situazione del genere?
Secondo il codice civile italiano, l’articolo 2043 stabilisce che “Qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga chi ha commesso il fatto a risarcire il danno”.
Quindi, in linea di principio, se un cliente rompe involontariamente qualcosa mentre fa la spesa, è tenuto a pagare il danno. Ed ovviamente vale la stessa cosa se il danno arrecato è volontario, ma è roba da vandali che non si vede mai in un luogo come un supermercato o un discount.
C’è però un’importante eccezione a questa regola generale. Se il danno non è imputabile alla negligenza del cliente, ma piuttosto a una disposizione non sicura dei prodotti da parte del personale del supermercato, allora il risarcimento non è a carico del consumatore. Con un però.
Chi paga se rompi qualcosa al supermercato? Dipende dai casi
![Chi paga se si rompe qualcosa al supermercato? Dipende](https://www.ricettasprint.it/wp-content/uploads/2024/06/Carrello-spesa-2.jpg)
Il cliente deve riuscire a dimostrare che i prodotti erano disposti in modo poco sicuro, e che quindi la rottura non è stata colpa sua.
Questa stessa regola vale anche per i danni che possono avvenire nei ristoranti, come la rottura di un bicchiere. Generalmente, il cliente è tenuto a risarcire il danno, a meno che non riesca a provare che l’oggetto rotto era posizionato in modo poco sicuro dal personale.
È importante sottolineare che, nella pratica, è molto raro che ai clienti venga chiesto un risarcimento per piccoli danni come la rottura di una bottiglia o di un bicchiere. I gestori di supermercati e ristoranti tendono solitamente a non insistere su questi importi.
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In sintesi, la regola del “chi rompe paga” è valida, ma con un’importante eccezione: se il danno non è colpa del cliente, ma è dovuto a una disposizione non sicura dei prodotti, allora il risarcimento non è a suo carico, a patto che riesca a dimostrarlo.
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E quindi, se il cliente riesce a dimostrare che il danno non è colpa sua, il supermercato non può chiedergli il risarcimento.
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L’Unione Nazionale Consumatori in passato ha spiegato che se la colpa della rottura dell’oggetto non è da imputare al cliente ma al personale del supermercato (per esempio se il prodotto è stato disposto in una posizione non sicura) allora il risarcimento non è a carico del consumatore. Ribadendo in pratica lo stesso concetto.