Come comportarsi con l’assunzione di questo frutto per coloro che sono affetti da glicemia alta. Quanta uva si consiglia di mangiare.
Glicemia alta e uva possono andare d’accordo? Questo tipo di frutta, caratteristico della seconda parte dell’estate e dell’inizio dell’autunno, non viene indicato di solito tra i prodotti sani e naturali che un dietologo od un nutrizionista inseriscono nel novero degli alimenti consigliati. Il motivo è che si tratta di un qualcosa di molto zuccherino, assai dolce e che quindi chi soffre di glicemia alta farebbe bene a non considerare. In realtà però è anche possibile non attuare una rinuncia totale.
Si, è pur vero che l’uva possiede oltre 15 grammi di glucidi in appena un etto. Questi sono dei zuccheri molto facilmente assimilabili da parte dell’organismo. E la glicemia alta è quel fenomeno che porta lo zucchero a concentrarsi in maniera eccessiva nel sangue, con tutti i risvolti negativi per la salute che la cosa comporta. E livelli troppo elevati comportano il sorgere definitivo del diabete di tipo 2, che è il più pericoloso.
Al contrario però non bisognerebbe neppure avere dei livelli di zuccheri troppo bassi. Ad ogni modo, chi è interessato proprio dal diabete può non tagliare del tutto l’uva. Ma come è facile immaginare, è importante e necessario procedere con un consumo misurato. Tra presenza di glucosio e fruttosio, che sono gli zuccheri naturali più noti, e di carboidrati semplici, i livelli di zuccheri stessi nel sangue possono alzarsi molto facilmente.
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E tra uva bianca ed uva nera sarebbe meglio preferire la prima, che è già molto dolce di suo al gusto. Quella nera però ha addirittura una concentrazione di zuccheri superiore. Anche se sostanzialmente i valori nutrizionali sono gli stessi. Ad ogni modo la misura ideale da assumere consiste in acini di uva fresca, al massimo in quantità di una decina da distribuire in tutta la settimana.
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Inoltre è consigliabile associare l’uva a cibi dall’alto contenuto proteico e di fibre, come il latte, lo yogurt (meglio se bianco e magro) e le mandorle (al massimo 30 g a dose). Perché comunque l’uva è una ottima fonte di vitamine C e K e di minerali quali potassio e magnesio, oltre che di fibre stesse.
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