Cinzia Primatesta, moglie di Antonino Cannavacciuolo, apre le porte di Villa Crespi per raccontarne i retroscena, dal momento in cui ha visto per la prima volta quel giovane ed aitante uomo che sposerà anni dopo.
Non è la prima volta che Cinzia ricorda in una intervista quel momento per lei davvero speciale. Insieme ad Antonino hanno costruito un impero sia nel campo professionale che in quello sentimentale. Una lunga storia d’amore che ha rischiato di non vedere la luce, a causa dei lunghi periodi di lavoro all’estero di Cannavacciuolo e che ha preso il volo grazie alla testardaggine della Primatesta. E’ lei infatti che raggiunto lo chef più volte, per tenere viva la fiamma di quell’amore appena sbocciato ed ancora così fragile. Fino alla definitiva capitolazione dell’affascinante partenopeo, che ha fruttato alla coppia un sodalizio lavorativo e due meravigliosi figli.
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“Ricordo bene il giorno in cui ero in macchina, parcheggiata davanti a Villa Crespi. Ero con mio padre ed un suo collaboratore che gli stava raccomandando di prendere questo giovane cuoco napoletano a lavorare qualche mese per fare esperienza nell’albergo di famiglia” racconta Cinzia.
Bella e disinvolta, sicura di sè e di quello che voleva, allora come oggi. “Ovviamente quel ragazzo ero Antonino ed io ancora non sapevo che quel dialogo avrebbe cambiato per sempre la mia vita” ricorda con grande emozione negli occhi. “A distanza di ventitre anni, ricordo ancora il momento in cui è entrato nell’albergo di famiglia per fare questo colloquio e si è seduto nel soggiorno proprio all’ingresso della hall. Ed è incredibile perché, voglio dire, vedi passare tantissime persone. Tantissimi colloqui negli anni, ma il suo è come se tra le righe, sapessi che c’era già qualcosa, una linea sottile” spiega con sicurezza.
Un vero e proprio colpo di fulmine: “È significativo che mi abbia colpito già dai primi istanti proprio questo suo carisma che alla fine oggi lo definisce in modo importante insomma. Passavamo tantissime ore insieme io e Antonino sul lavoro e quindi il nostro rapporto poi pian piano si è evoluto ed è sfociato in quella che è diventata una vera e propria storia d’amore”.
Il racconto di Cinzia non finisce qui: “Sono figlia di albergatori e ristoratori e fin da piccola sono rimasta sempre affascinata da questo mondo magico in cui convivevano queste due sfaccettature. Da una parte le famiglie di stranieri che venivano a trascorrere le vacanze nel nostro albergo, dall’altro il dietro le quinte. Dove si curava ogni dettaglio, ogni singolo aspetto per rendere le vacanze dei nostri clienti indimenticabili”.
Poi il ricordo dei primi anni, difficili, in cui non c’erano orari e giorni di festa. Con un occhio al passato del cuoco stellato: “Il papà di Antonino è stato un grande chef. E’ stato il gancio di traino che ha avvicinato Antonino a questo settore, infatti lui desiderava diventare come il suo papà. Ha cominciato molto presto a fare gavetta, a fare esperienze professionali. Aveva appena quattordici anni, quindi tanti sacrifici per arrivare all’Antonino che è diventato oggi”.
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Il sogno di Villa Crespi è costato anni di duro lavoro e sacrifici non indifferenti per giungere ai traguardi che ormai tutti conoscono. “Avevamo vent’anni ed avevamo un sogno in comune che era quello di prendere in gestione Villa Crespi. Anche grazie all’aiuto dei miei siamo riusciti a concretizzare questo sogno. Nei primi anni di Villa Crespi, Antonino passava tutto il suo tempo in cucina. Aveva una dedizione ed una cura dei dettagli, nella selezione del prodotto e nella composizione del piatto, quasi maniacale” ricorda Cinzia.
La sua esperienza nel mondo dell’hotellerie però, l’ha condotta ad aprire gli orizzonti di Cannavacciuolo ed anche i suoi. “Io l’ho aiutato a capire che c’era altro oltre a questo: l’attenzione e la cura verso il cliente. Allo stesso tempo ho capito quanto fosse importante la ricerca dell’eccellenza anche in questi altri settori di gestione. Così entrambi ci siamo aiutati a crescere ed abbiamo portato Villa Crespi a ciò che è oggi. I nostri collaboratori sono fondamentali, anche se a volte è difficile dirglielo. Trascorrono con noi la maggior parte del loro tempo, sono come una famiglia” conclude la Primatesta. Sorseggiando il suo the dopo aver elencato gli ingredienti favolosi che hanno portato a questa ricetta unica ed inimitabile che è la sua storia con Antonino.
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