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Parole allarmanti quelle della Coldiretti, che snocciola i dati sui rischi alimentari che corriamo in Italia dalle esportazioni estere.
La Coldiretti non usa mezze parole per definire il quadro della situazione sulla produzione ed il commercio di alimenti in Italia. “Assistiamo ad uno scandalo al giorno in pratica”. Anzi, la media sarebbe anche superiore. Le notifiche relative a condizioni di pericolosità legate al cibo in molti casi riguardano il nostro Paese. Se ne è parlato al Forum Internazionale dell’agroalimentare a Cernobbio, in provincia di Como. Nel 2019 sono stati numerosi i cibi pericolosi scovati in Italia grazie al sistema di allerta ‘Rassf’, Rapid Alert System for Food and Feed). I rischi maggiori arrivano da prodotti ittici, in particolare da tonno e pesce spada di provenienza spagnola. La Coldiretti fa sapere che nel pesce originario dei mari iberici si concentra una elevata presenza di mercurio. Occhio anche allo sgombro francese, infestato invece dal parassita Anisakis.
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Sotto accusa ci sono anche i prodotti alimentari che arrivano dalla Cina, e che molte volte hanno presentato tracce di sostanze molto pericolose per la salute di chi li ingerisce. Nello specifico cromo, nichel, manganese, formaldeide. Sulla lista nera di Coldiretti figurano anche i pistacchi dalla Turchia e dagli Stati Uniti, le arachidi dall’Egitto e la carne avicola che giunge dalla Polonia, per rischi legati alla presenza di aflotossine cancerogene e per il batterio che veicola la salmonella. La classifica dei paesi più nocivi all’Italia recita: Spagna con 54 notifiche di alimenti pericolosi importati dalle nostre parti, poi Cina (28) e Turchia (22). Colpisce che proprio Cina e Turchia coprano solamente il 2 e l’1% del volume di importazione dall’estero in Italia.
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“Rispetto al Made in Italy, ciò che arriva da fuori presenta una media di circa il doppio di sostanze nocive in grado di contaminare il cibo”. Invece nel caso specifico degli ortaggi “i rischi con quelli stranieri aumentano di cinque volte rispetto a quelli italiani”, come confermato dal Ministero della Salute. La Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti ha infine annunciato di avere raccolto un milione e centomila firme per la sua una petizione attraverso la quale richiedere alla UE di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti. La campagna è stata chiamata “Eat original! Unmask your food” (Mangia originale, smaschera il tuo cibo).
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