Un colpo di scena travolge MasterChef, a tenere banco nel mirino dell’attenzione dei media troviamo la storia di uno chef che dopo il successo riscosso nel campo lavorativo è diventato un barbone…
Il mondo della ristorazione e il settore del food and beverage sono un settore ‘lavorativo’ in crescita, nonché terreno molto fertile per molti investitori che decidono di affacciarsi a questo campo, qui dove anche i cuochi si reinventano sotto in profilo imprenditoriale.
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Un costante gioco sul filo del rasoio dove basta davvero poco per perdere tutto ciò che si è conquistato in precedenza, un qualcosa che alimenta varie storie nel campo della ristorazione e in quello dell’imprenditoria in generale. Un esempio pratico che stiamo dicendo è rappresentato dalla storia di Pier, chef stellato, caduto in disgrazia, la quale è strettamente collegata anche a MasterChef.
Colpo di scena a MasterChef Italia
Ebbene sì, nel mirino dell’attenzione dei media troviamo una storia che per certi versi è collegata a MasterChef. Facciamo riferimento alla vita di uno chef stellato il cui nome è Pier, caduto in disgrazia e che si trova a vivere come clochard, il tutto dopo un lutto che ha stravolto la sua vita arrivato con la morte della moglie, e un rapporto padre figlia caratterizzato da varie difficoltà.
Un momento davvero particolare della vita dello chef che appartiene alla trama del film Non morirò di fame atteso a febbraio nei cinema prodotto da La Sarraz Pcture, Rai Cinema e Megafun Production, e che vede anche come protagonista una volto noto di MasterChef Italia.
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“Compie un’azione un po’ folle”
La pellicola Non morirò di fame, dunque, vede come indiscusso protagonista lo chef Pier interpretato da Michele Di Mauro (Call my agent), il quale è stato diretto da Umberto Spinazzola che ben conosce il mondo della cucina in quanto da tempo è anche regista del programma di MasterChef Italia.
A parlare della pellicola in questione è stato lo stesso attore, Michele Di Mauro, durante una lunga intervista alla redazione di FanPage: “Esce all’inizio di febbraio. È una piccola produzione, nonostante sia una co-produzione con una casa canadese. È un progetto torinese, il regista è Umberto Spinazzola, regista di Masterchef, quindi si parte da un bagaglio importante visto che è la storia di uno chef ex-stellato che compie un’azione un po’ folle e si ritrova a vivere una vita completamente diversa. Il film tratta il concetto del recupero, nel lavoro, nei rapporti umani, in quelli con il cibo, l’alimentazione e la nutrizione”.
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