Quando ci accingiamo a friggere i calamari è facile imbatterci in errori. Vediamo come non rovinare la frittura.
Esiste cosa più buona della frittura di calamari e gamberi la sera della vigilia di Natale? Per me no! Insomma, non è vigilia che si rispetti se in tavola non arriva la frittura di pesce, ma quanti realmente sanno preparare una buona frittura di calamari? Io non sono una grande esperta di pietanze a base di pesce soprattutto se si stratta di friggere. Non friggendo spesso ho poca dimestichezza, ma seguendo questo trucchetto, ho imparato a non rovinare le mie fritture di calamari.
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Per procedere ad una frittura di calamari che si rispetti è necessario prediligere i calamari o totani freschi, il mantello dovrà essere lucido ed i tentacoli belli corposi e sodi. Procediamo alla pulizia dei calamari eliminando la testa e tagliando i tentacoli. All’interno del calamaro dobbiamo eliminare la cartilagine, le interiora, la pelle e tagliare di netto gli occhi e togliere il dente centrale. Sciacquare il calamaro sotto l’acqua corrente soprattutto internamente per eliminare ogni residuo e lasciamoli sgocciolare bene in un colapasta. Il calamaro è una tipologia di carne delicata che subito di cuoce, perciò dobbiamo essere rapidi nella cottura.
Sono molti i modi di cucinarli ma la frittura è di certo quella più gettonata. Pertanto, seguiamo piccoli e pochi passi per realizzarne una perfetta. Usiamo l’olio di arachidi e riscaldarlo in padella facendo la prova del pezzetto di pane. Buttiamo nell’olio caldo un pezzetto di pane e quando sfrigola l’olio è pronto in caso il risultato sarà molle e umido, perciò facciamo attenzione. Friggiamo piccole quantità per volta senza ammassare gli anelli (che avremo passato nella farina eliminando quella in eccesso) in padella ed una volta cotti, scoliamoli bene e mettiamoli su carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso. Per mantenerli caldi e croccanti mettiamoli nel forno preriscaldato ma spento.
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