Le modalità sulla trasmissione del contagio da coronavirus continuano ad essere oggetto di studio da parte degli esperti. Ci si chiede ancora: è possibile attraverso gli alimenti come carne o surgelati?
Proviamo a fornire qualche risposta attraverso le fonti ufficiali, in modo anche da sfatare eventuali bufale che purtroppo ormai imperano sul web. Negli ultimi tempi stiamo assistendo ad una seconda ondata dai margini veramente drammatici. Rispetto alla prima fase del contagio, in cui la conoscenza della malattia era ancora ad uno stadio primordiale, oggi dovremmo ritenerci maggiormente pronti.
In realtà invece, essendo un virus soggetto geneticamente a mutazioni, non lascia margine di sicurezza se non appurando gradualmente attraverso evidenze scientifiche il relativo indice di trasmissibilità. Una incognita che sempre ha albergato nella mente dei consumatori è quella relativa alla possibilità che il coronavirus possa contagiare attraverso la manipolazione del cibo. In poche parole acquistando la carne o i surgelati ad esempio, i quali risultano tra gli alimenti più ‘a rischio’ secondo le ipotesi che circolano, posso prendere il Covid?
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Istituto Federale per la valutazione del rischio in Germania, ha raccolto tutte le domande più frequenti per fornire delle risposte che abbiano un fondamento scientifico. Rispetto alla carne il discorso è abbastanza ampio. La premessa è che, genericamente, la famiglia dei coronavirus non riesce a moltiplicarsi nel cibo. Essi infatti hanno bisogno di un ‘ospite’ vivente per potersi rigenerare. Tuttavia la possibilità di contagio non può essere esclusa in via definitiva: spieghiamo però con precisione cosa potrebbe verificarsi.
Concretamente, se un addetto alla manipolazione della carne non indossa i dispositivi di protezione e magari starnutisce o tossisce maneggiando la carne, questa potrebbe risultare veicolo di contagio. Il condizionale è d’obbligo perchè la trasmissione del virus viene poi ridotta al minimo successivamente, con l’adozione delle misure igieniche normalmente vigenti nelle catene di distribuzione. Diversamente invece potrebbe accadere nel commercio al dettaglio dei piccoli venditori o nei mercati rionali, ipotesi in cui le norme sanitarie potrebbero essere evase più facilmente. In genere infatti la carne esposta viene protetta attraverso il plexiglass, ma questa condizione potrebbe non essere osservata. In conclusione questa possibilità di contagio esiste, ma soltanto in via dottrinale perchè nessuna evidenza concreta finora ha fortunatamente mai dimostrato casi simili.
Anche perchè la carne viene anche sottoposta alla cottura dopo l’acquisto, attraverso cui normalmente gli agenti patogeni vengono uccisi. Stesso discorso vale anche per i surgelati, il cui processo di lavorazione esclude questa via di trasmissione. Il cibo dunque non può attualmente considerarsi fonte o veicolo di contagio, se non attraverso l’uomo.
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