La situazione Coronavirus animali interessa quanto accaduto in Cina. Sotto accusa i mercati di animali selvatici vivi ed i macelli, spunta la petizione.
L’epidemia da Coronavirus secondo attente osservazioni svolte nei mesi scorsi sarebbe sorta dal contatto diretto tra animali e uomo. Ed il focolaio iniziale sarebbe uno dei tanti mercati di animali vivi che quotidianamente hanno luogo in Cina. La specie animale in questione sarebbe una particolare specie di pipistrello che verosimilmente avrebbe infettato una specie di mammifero locale a forte rischio estinzione, il pangolino. Quest’ultimo sarebbe molto richiesto nei mercati locali come prelibatezza gastronomica. Lo riporta Il Fatto Alimentare. A Wuhan così come in tante aree della Cina, le abitudini alimentari e culturali vigenti spesso sono di gran lunga diverse rispetto a quelle di noi occidentali. L’associazione ‘Animal Equality’ che si batte per difendere i diritti degli animali, lotta da anni contro gli episodi di crudeltà e maltrattamenti.
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Coronavirus animali, petizione di Animal Equality per fare chiudere i mercati in Asia
Da qualche giorno la onlus ha avviato una importante petizione per chiedere la messa al bando dei mercati di animali vivi, anche in ottica Coronavirus. Le firme raccolte sono già 300mila, metà delle quali in Italia. E non mancano anche appoggi importanti come quello dell’Onu. L’obiettivo è abolire qualsiasi tipo di mercati di animali vivi, che spesso vengono organizzati senza tenere per nulla in considerazione molti aspetti importanti. Tra questi le condizioni igienico-sanitarie, cosa che può favorire il proliferare delle malattie. E quanto successo con l’epidemia di Coronavirus sembra esserne una conferma. Senza contare poi le enormi sofferenze alle quali gli stessi animali vengono sottoposti, nella più totale crudeltà di venditori ed acquirenti.
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Sotto accusa le mancanze igienico-sanitarie ed anche la crudeltÃ
Ci sono diversi studi compiuti nel corso delle ultime settimane che danno come probabile la causa scatenante della pandemia da Sars-Cov-2. Così come nel caso di diversi altri tipi di zoonosi, ovvero di malattie che dagli animali arrivano ad infettare anche l’uomo. È il caso di SARS, MERS o Ebola, tra le altre. Sotto accusa c’è anche la macellazione al momento degli animali, che diffonde sangue ed interiora. Creando le condizioni ideali per la proliferazione di batteri ed agenti patogeni. Il tutto sempre in situazioni ambientali non conformi ai regolamenti sanitari richiesti. Il governo cinese non ha mai usato il pugno di ferro contro la legittimità di questi mercati, le cui mancanze e responsabilità appaiono evidenti. E non ha mai pensato di chiuderli anche in altre situazioni controverse avvenute in passato.
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Studi appositi affermano: “Oltre il 70% delle malattie animali colpisce l’uomo”
Tali mercati di animali sono presenti anche in altri stati asiatici, quali Thailandia, Vietnam, Cambogia ed India, oltre che in tante altre aree dell’Africa. La chiusura di questi mercati dovrebbe per forza di cosa comportare una qualche forma di sostegno di chi ci lavora, essendo per molte persone l’unica forma di sussistenza. C’è poi una statistica significativa che arriva da China Biodiversity Conservation e che conferma come più del 70% delle malattie infettive che colpiscono l’uomo provengono proprio dagli animali selvatici. Della stessa idea è anche l’amministrazione Trump, come affermato da Anthony Fauci, uno dei suoi più stretti collaboratori.
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