Coronavirus, quali sono le precauzioni da prendere in cucina?
Quali possono essere le relazioni tra il Coronavirus e la manipolazione di alimenti? il contagio avviene attraverso le secrezioni
Questi sono dei dubbi che si pone gran parte della popolazione a margine del forte grado di contagio di questo nuovo Coronavirus. Si prof. Antonello Paparella ha rilasciato delle dichiarazioni ad alcune testate tematiche per chiarire possibili dubbi.
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La manipolazione di alcuni alimenti sebbene fatta con guanti e mascherine, potrebbe essere una causa di contagio? Qualora vi finisse sopra una qualche secrezione? Il prof. Paparella ha sottolineato che tale circostanza risulterebbe essere molto difficile da comprovare e che qualora vi risultasse un caso dovuto a tale questione, sarebbe l’eccezione e non la regola.
“I dati ricavati sinora sulla persistenza di questo coronavirus nell’ambiente si riferiscono quasi esclusivamente a ricerche svolte in precedenza su altri coronavirus, condotte su materiali inerti come acciaio, plastica, vetro, guanti e camici” – dichiara Papaprella. “La persistenza di un virus su un materiale dipende innanzitutto dal tipo di virus e, all’interno dello stesso tipo di coronavirus, può essere differente da un ceppo all’altro. Negli alimenti il comportamento potrebbe non essere lo stesso e, allo stato attuale, non vi è alcuna evidenza che gli alimenti possano giocare un ruolo nell’infezione da questo coronavirus”.
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Coronavirus e contagio, disseminazione di secrezioni da persona a persona
Coronavirus, il contagio è da persona a persona
Dagli studi effettuati sul nuovo Coronavirus, il contagio sarebbe prettamente da persona a persona, ovvero a stretto contatto e non attraverso gli alimenti. “Gli alimenti sono dei “sistemi vivi”, contenenti nutrienti e umidità, e sono abitati da una comunità microbica che influenza l’evoluzione delle caratteristiche fisiche e chimiche. Nella vita commerciale di un prodotto alimentare la sopravvivenza di ogni microrganismo, virus inclusi, è condizionata da una serie di fattori che sono necessariamente diversi rispetto ai materiali inerti. Tutte queste caratteristiche potrebbero rendere più difficile la vita al virus, in particolare se passa del tempo dall’acquisto al consumo e se c’è un’ulteriore manipolazione a casa, per esempio quando mettiamo il pane nel sacchetto o lo tagliamo e dunque rimuoviamo parte dei microrganismi superficiali con il taglio o lo sbriciolamento” – asserisce Paparella.
Coronavirus, attenzione a maniglie, pulsanti e autobus
Le cose a cui dovrebbe essere prestata più attenzione sarebbero invece le maniglie, il denaro, i carrelli della spesa, le superfici interne di un autobus, i pulsanti dell’ascensore o del bancomat superfici a continuo contatto con molte persone continuamente. Ricordiamo che la via primaria di contagio resta il contatto con la persona malata e le secrezioni del soggetto, come goccioline di saliva, tosse e raffreddore e starnuti; contatti diretti personali; le mani, ad esempio toccando con le mani contaminate non ancora lavate e bocca, naso oppure occhi, motivo per il quale si raccomanda di non strofinarli.
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