Dilaga sui social da qualche giorno la notizia che le grandi catene di supermercati abbiano vietato l’acquisto di pennarelli, biancheria e simili. Ecco perchè molte aziende hanno imposto questo divieto ai consumatori.
Le immagini virali diffuse dagli utenti del web negli ultimi giorni stanno suscitando non poche polemiche: corsie sbarrate, annunci esposti sugli scaffali dove si trovano articoli di cancelleria, giocattoli per bambini e biancheria. Tutto per impedire l’acquisto di questi generi da parte dei consumatori, i quali chiaramente si sono chiesti la motivazione dell’impedimento.
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Coronavirus | Vietato acquisto di pennarelli | Ecco perchè
La risposta è semplice e deriva dalla meticolosa osservanza del decreto della Presidenza del Consiglio dell’undici marzo: non si tratta di beni di prima necessità. Gli articoli sottratti all’acquisto dunque non rientrano nelle categorie di beni essenziali elencato nel provvedimento in esame, a differenza invece ad esempio delle cartucce per le stampanti o degli accessori per pc, per i quali è consentita anche l’apertura degli appositi rivenditori.
A ciò si aggiungono ulteriori giustificazioni a sostegno della esclusione. Innanzitutto avere a disposizione una vasta scelta, comporta un aumento del tempo di permanenza nel supermercato superiore. Con grande disagio anche per coloro che invece restano in fila ad attendere il proprio turno. Restringendo la possibilità di acquisto è chiaro che i consumatori saranno più diretti e veloci nei loro approvvigionamenti. Non va trascurato inoltre il dato della concorrenza sleale a tutti quei commercianto che invece hanno dovuto chiudere i battenti in conseguenza del divieto e che si occupano specificamente della vendita di questi prodotti.
La risposta alle polemiche social: intervengono associazioni consumatori
Dall’altro lato però sorgono diverse polemiche, alcune delle quali mosse proprio dalle associazioni dei consumatori. Di fronte alle proteste, peraltro motivate, del popolo degli acquirenti, si è espressa la Federdistribuzione per cercare di avere maggiore chiarezza sulla questione. Nella consapevolezza che i generi di cancelleria risultano indispensabili non solo ai bambini per eseguire eventuali compiti, ma anche ai lavoratori in smart working.
Sul problema è intervenuto anche Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad, ovvero l’azienda da cui è partita la limitazione agli acquisti. “Aggiungere complicazioni e limitazioni crea confusione per i nostri dipendenti che sono già sotto pressione. E anche per i consumatori” sostiene Pugliese. Continuando: “La norma rischia di creare problemi di ordine pubblico, ho visto clienti arrabbiati perché non potevano acquistare un paio di mutande. Credo che la merce esposta debba poter essere venduta tutta. Senza contare che ogni regione e ognuno interpreta la norma a modo suo”.
Certamente c’è necessità di intervenire sull’argomento, soprattutto perchè coloro che hanno necessità di questi prodotti, si stanno dirigendo sulle piattaforme di vendita online. Correndo il rischio di finire nella rete di una indebita speculazione, come già avvenuto per altri beni quali disinfettanti per le mani, farina e simili.
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