In queste ore una storia sta davvero facendo discutere l’opinione pubblica, un fatto che è stato spesso oggetto anche di notizie di cronaca nera, ma questa volta riguarda una corsa da 50 km fatta da un rider per effettuare una consegna a 50 km dal punto di partenza.
L’arrivo di aziende che si occupano principalmente di ‘consegne a domicilio‘ ha avviato una nuova fase per un business anche in Italia, il quale ha dato opportunità di lavoro ma che al tempo stesso ha avviato una serie di dibattiti circa le condizioni di “lavoro” e a volte mancata sicurezza dei dipendenti.
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Coloro che lavorano nell’ambito delle consegne, molto spesso, devono mettere in atto il tutto con mezzi di trasporto come una semplice bici, la quale con zaino in spalla permette rapidità ed efficenza, evitando così il traffico, pur essendo soggetti alle regole del codice stradale.
Eppure, negli anni sono state davvero troppe le notizie relative ad incidenti stradali, anche mortali, per giovani ragazzi che durante il loro servizio sono stati travolti dalle auto in corsa… ma quello che è recentemente successo ha davvero dell’incredibile. Ecco di cosa si tratta.
50 km per una consegna
A fare il giro del web in queste ore troviamo la pubblicazione di varie notizie che riportano una testimonianza relativa alla storia di un rider che, per adempiere alla sua consegna, non si è fermato davanti niente e nessuno… nemmeno davanti alla strada da percorrere per adempiere al suo dovere.
Il giovane ragazzo in questione, dunque, è stato contattato dal locale di riferimento per una consegna, presentandosi al posto di rito per prendere la pietanza e l’indirizzo di riferimento. Una consegna per la quale il rider ha dovuto compiere, appunto, ben 50 km per arrivare a destinazione. Un senso del dovere che non ha fermato il rider, ma che ha spinto il destinatario a chiedersi come fosse possibile garantire una consegna a così tanta distanza, mettendo davvero in pericolo un uomo in sella ad una bici.
A raccontare il tutto, con tanto di denuncia social, è stato Andrea Bassi consigliere regionale di Fratello d’Italia dimesso nel 2021, il quale ha affidato le sue parole a un lungo post su Facebook che sta facendo il giro del web e dei media.
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La denuncia sociale
Andrea Bassi, dunque, ha spiegato come dopo aver ordinato il pasto in questione ha atteso diverse ore finché il rider non è arrivato a destinazione. Un lungo viaggio che Bassi ha vissuto osservando il percorso nell’applicazione di riferimento, fin quando il ragazzo (ovviamente stanco) non è arrivato a destinazione.
Nel messaggio in questione, presente su Facebook, è possibile leggere l’epilogo della testimonianza di Bassi:
“Alle 21.10 circa, finalmente, l’applicazione di Deliveroo inizia a segnalare l’avvicinamento (molto lento) del fattorino alla mia abitazione. Scendo bellicoso in strada pronto per chiedergli se fosse andato a farsi prima un giro sulla Luna, ma ad un tratto rimango di sasso, basito: il ragazzo (italianissimo) era a bordo di una bicicletta, tra l’altro parecchio carente sotto il profilo della sicurezza. Ho poi pure capito che era oberato di consegne e che ha dovuto attraversare praticamente l’intera città di Verona, per correre al fast-food, prendere la mia cacchio di cena, portarmela sotto casa e poi tornare nel capoluogo per chissà quale altro giro. Ovviamente l’********* si è subito trasformata in pena e quasi angoscia che, se lo avessi avuto, gli avrei prestato pure un motorino….
Morale? Ho deciso che mai e poi mai più utilizzerò questo tipo di servizio. Non tanto per il rischio di ritardi o disguidi (che possono accadere, ci mancherebbe), ma soprattutto per non rischiare di avallare, seppur inconsapevolmente, un simile sistema che in queste condizioni rasetta lo schiavismo!“.
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