In che differiscono le due iterazioni di Nutella. A quella classica è stata affiancata da poco tempo anche quella plant based, ma quanto è diversa?

Le differenze tra la Nutella classica e quella vegana
Le due versioni di Nutella (ricettasprint.it)

Nutella e Ferrero, da pochissimo l’azienda piemontese ha introdotto la versione plant-based della celebre crema spalmabile al cacao e selezionatissime nocciole. La Nutella classica rappresenta da decenni uno dei prodotti più iconici del settore alimentare.

È una vera e propria istituzione ed è conosciutissima anche dai non consumatori della stessa. Questa novità, rappresentata dalla Nutella vegana, ha suscitato un notevole interesse.

Ferrero ha immesso sul mercato la sua variante vegetale lo scorso settembre, aprendo così un dibattito tra i consumatori vegani e quelli tradizionali. I timori iniziali riguardavano principalmente il gusto e l’equivalenza del nuovo prodotto rispetto alla ricetta classica.

Per chiarire questi dubbi, la rivista online Altroconsumo ha effettuato un test di assaggio, rivelando risultati sorprendenti tra queste due iterazioni della famosissima Nutella. Il test, condotto in forma anonima, ha coinvolto diversi partecipanti che sono stati invitati a degustare tre campioni di crema spalmabile.

Cosa c’è dentro alla Nutella vegana?

Le differenze tra la Nutella classica e quella vegana
Nutella plant based (ricettasprint.it)

Tra questi, due erano identici, mentre uno differiva. L’obiettivo era di identificare quale campione fosse diverso e quale versione della crema fosse in questione. E solo una persona su cinque è riuscita a riconoscere la Nutella classica dal suo equivalente vegano.

Questo risultato evidenzia come il palato umano possa spesso avere difficoltà a distinguere tra varianti di un alimento, specialmente quando non viene fornita alcuna indicazione visiva o di etichetta.

I partecipanti hanno segnalato differenze di dolcezza e consistenza, ma queste osservazioni non hanno permesso loro di identificare con certezza quale campione appartenesse a quale versione.

Ciò porta a riflettere sul fatto che, anche in assaggi “al buio”, i consumatori potrebbero non notare differenze significative tra i due prodotti, suggerendo che la qualità del gusto è stata mantenuta anche nella nuova ricetta.

Una delle differenze principali tra le due versioni risiede negli ingredienti. La Nutella tradizionale include il latte scremato in polvere, un componente che rende il prodotto non adatto a chi è intollerante al lattosio o a chi segue una dieta vegana.

Al contrario, la nuova variante sostituisce il latte con ceci e sciroppo di riso, rendendola più accessibile a un pubblico vegano. E, nonostante l’assenza di lattosio, la crema vegana è prodotta in uno stabilimento che utilizza latte, il che implica che non è completamente priva di rischi per gli allergici.

Differenze ed analogie in ambito nutrizionale

Dal punto di vista nutrizionale, i valori sono molto simili. Entrambe le versioni contengono una percentuale di nocciole pari al 13% e presentano un contenuto di cacao del 7,4%. Le calorie sono quasi identiche, con la versione vegana che offre 534 kcal per 100 grammi rispetto ai 539 kcal della Nutella classica.

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Anche i grassi e gli zuccheri si mantengono su livelli comparabili, anche se la Nutella vegana ha un contenuto di zuccheri leggermente inferiore. Ed un aspetto che emerge chiaramente dal confronto è il prezzo.

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La Nutella plant-based ha un costo di circa 12,83€ al chilo, mentre la versione tradizionale si attesta intorno ai 9,48€ al chilo.

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Ciò significa che il vasetto da 350 grammi della nuova crema vegana costerà 4,49€, mentre il formato da 400 grammi della Nutella classica, che è il più vicino, ha un prezzo di 3,79€. La differenza di costo è significativa e potrebbe influenzare le scelte dei consumatori.