Situazione Covid 19 Italia spesa: ora andare al supermercato è decisamente meno piacevole, alcuni aspetti sono cambiati in peggio per tutti noi.
L’emergenza sanitaria Covid 19 Italia ha cambiato le abitudini degli italiani. Anche nel fare la spesa. Lo sconvolgimento derivato dalla pandemia da Coronavirus del resto ha mutato anche quelli che sono gli scenari quotidiani cui eravamo abituati. Ora gli ingressi al supermercato e nei negozi di alimentari sono contingentati.
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Ci sono da rispettare diversi criteri di sicurezza ed è assolutamente vietato uscire con la scusa di fare la spesa per poi tornare a casa con un paio di beni assolutamente non prioritari. Cosa che rischia di esporre a multe pesanti. Va anche detto che, da regione a regione, non c’è uniformità. Infatti gli orari cambiano di zona in zona, alcuni supermercati restano aperti anche nel fine settimana mentre questo non avviene in altre parti. Ciò avviene a discrezione delle diverse catene. Poi c’è anche l’obbligo di dover fare la spesa all’interno del proprio comune di residenza.
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Covid 19 Italia spesa, cosa è cambiato
Alla luce di tutti questi fattori, Altroconsumo ha condotto uno studio per capire in tutto ciò se e come sono cambiate le vendite durante questo primo mese di quarantena, analizzando i dati Nielsen. Rispetto a marzo 2019, c’è un +17,8% di vendite, complice l’iniziale confusione su orari di apertura, cambiamenti annunciati e soprattutto per via dello spavento provato all’inizio di questa crisi. Infatti nei giorni scorsi c’era stato un assalto a diversi supermercati, con anche alcuni beni diventati introvabili, come i diversi tipi di farina ed il lievito fresco. La farina stessa ha visto una vendita aumentata al 106% rispetto al consueto. Con anche un picco del 187% dal 15 al 22 marzo. Vendite aumentate anche per i preparati per pizze e pane fatti in casa, per torte e per dessert in generale. Sono aumentati dell’88,1% rispetto a marzo 2019 anche i prodotti della pulizia per la casa.
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Spariti sconti ed offerte, dobbiamo acquistare a prezzo pieno
Sorprende però il dato relativo al fatto che Lombardia e Veneto – dove sono sorti i focolai iniziali di Coronavirus – non sono tra le regioni in cui si registrano le maggiori vendite. Altri due aspetti emersi sono la tendenza a fare delle grandi scorte – per evitare il meno possibile di ritornare al supermercato -e che la situazione che si è venuta a creare ha visto la sparizione di offerte e di sconti, che invece eravamo ad osservare di continuo ogni volta che andavamo a fare la spesa in condizioni normali. Questo fa a penalizzare gli stessi consumatori, che ora devono acquistare tutto a prezzo pieno. Tra l’altro, per alcuni ora è impossibile andare in punti vendita di fiducia. Quindi questi individui devono recarsi in altri negozi, dove magari le loro preferenze possono non essere soddisfatte e quindi occorre giocoforza accontentarsi di quel che si trova.
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