La guerra che la Russia intentata all’ucraina ha scatenato una vera e propria crisi economica con pochi eguali nella storia. La nazione è governata da Putin si trova nel mirino dell’attenzione mediatica mondiale per la fuga dei colossi della ristorazione e non solo.
Sono trascorsi oltre 10 giorni dall’invasione della Russia in Ucraina, con l’intento di sovrastare la nazione e fare in modo che questa venga conquistata dal presidente Putin che ha messo in atto una vera e propria guerra senza esclusione di colpi dato che in questi ultimi giorni sono stati colpiti anche gli ospedali.
Un racconto shock e binario da una parte che vede l’Ucraina lottare per la propria libertà contando le vittime militari e civili, dall’altra parte il mondo che sanziona con pene pecuniarie mai viste prima la Russia che attualmente si trova in crisi economica con numerosi colossi e industrie che hanno chiuso i suoi stabilimenti.
Le nazioni del Nato, insieme all’Unione Europea hanno messo in atto già le prime sanzioni pecuniarie diretta colpire i russi che si trovano in tutto il mondo, i quali stanno cercando già di provvedere a salvare il salvabile dalle loro banche e non solo.
Una manovra accompagnata dalla decisione di grandi aziende che operano in tutto il mondo a chiudere, almeno finché Putin non cesserà la guerra nei confronti dell’Ucraina, i loro stabilimenti licenziando anche i dipendenti. Un’azione condivisa anche dal settore della ristorazione è aziende che operano nel food and beverage.
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Un effetto domino che sta coinvolgendo il mondo e che in un certo qual modo ha l’obiettivo di portare la Russia alla resa, dopo il gruppo Meta chi ha ristretto le attività di WhatsApp, Instagram e Facebook oltre che la decisione presa su Twitter, sempre più aziende leader mondiali hanno deciso di lasciare la nazione di Putin.
Il settore della ristorazione ha risposto allo stesso modo e già Pepsi, 7Up, Mirinda e Starbucks hanno chiuso i loro stabilimenti e punti vendita. Allo stesso modo hanno comunicato la cessazione delle loro attività sul territorio russo anche KFC, McDonald e Coca Cola… un addio che pesa come una spada di Damocle sull’economia della Russia che non ha ancora commentato la fuga dei colossi industriali, catene di ristorazione fast food.
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