Grazie ad uno studio che è durato per molto tempo è stato possibile creare il San Marziano, realizzato in condizioni ambientali extraterrestri.
Mai nome fu più azzeccato: il San Marziano è il pomodoro che verrà dato tra gli alimenti scelti fra una operazione e l’altra ai cosmonauti che verranno spediti in orbita per compiere le ricerche previste da parte dei diversi enti scientifici deputati.
L’ENEA – Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile – ha brevettato il San Marziano, il cui nome rimanda scherzosamente a Marte e quindi all’esplorazione spaziale.
Il San Marziano è un pomodoro modificato apposta per resistere alle condizioni avverse che si trovano nello spazio. Dove ogni cosa, all’esterno della atmosfera di un pianeta che sia dotato di quest’ultima, è soggetto ad un aumento esponenziale delle radiazioni prodotte dal Sole.
Questa cosa può essere estremamente pericolosa per la salute degli astronauti e va ad influire anche sulla produttività delle piante portate in orbita.
Com’è fatto il San Marziano, il pomodoro degli astronauti
Il San Marziano è frutto di un lavoro iniziato ben dieci anni fa e che ha richiesto tutto questo tempo per essere messo a punto. Tra gli scopi legati allo stesso c’era anche la necessità di capire come cambi il comportamento di piante produttive in un ambiente esterno a quello a noi familiare della Terra.
Come avviene tutto ciò in presenza delle già citate radiazioni, della gravità zero e della mancanza di spazio necessario? Le alterazioni delle radiazioni stesse può portare a delle modifiche strutturali del Dna.
I ricercatori italiani che fanno capo all’ENEA hanno completato un processo di biosintesi nei pomodori, generando così il “super pomodoro” che è stato poi chiamato San Marziano. La cosa ha comportato anche una esposizione a radiazioni ionizzanti per tutta la fase naturale, dalla germogliazione alla maturazione del frutto.
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La caratteristica principale di questo prodotto ha portato ad un frutto dotato di una grandissima quantità di antiossidanti e di antocianine. Cosa che non avviene nei consueti pomodori coltivati sulla Terra.
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L’esplorazione spaziale – che fa riferimento in particolar modo a piani da applicare nel medio-lungo periodo in merito alla colonizzazione della Luna (con tanto di costruzione di basi scientifiche e di ricerca permanenti) riguarderà anche dei necessari progressi da dovere raggiungere anche in ambito di alimentazione.
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Nello spazio c’è bisogno di nutrirsi con cibi dedicati, in particolar modo liquidi, per compensare la totale assenza di forza di gravità.