Come fare riferimento alla data di scadenza, una indicazione variabile a seconda della qualità e dello stato di conservazione del cibo.
La data di scadenza è la primissima cosa che controlliamo quando andiamo a fare la spesa. Essa è indicativa di quella che è la qualità di un prodotto ed è convinzione diffusa che il cibo vada consumato prima del raggiungimento di quanto indicato sulla confezione.
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La cosa riguarda tantissimi alimenti, in particolar modo quelli freschi come latte, yogurt, carne e quant’altro. In realtà però tale indicazione è prettamente indicativa. Ed è anche possibile sforare senza incappare in spiacevoli conseguenze, anzi. Però non mancano anche le situazioni per le quali è possibile notare un certo deperimento anche alcuni giorni prima del termine di conservazione riportato. Questo succede con l’insalata in busta, oppure con formaggi freschi come robiola e ricotta quando sottoposti a permanenza al freddo senza seguire i necessari standard.
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Data di scadenza, come varia di prodotto in prodotto
Riporli in elettrodomestici che non rispettano la temperatura di conservazione o tenerli al di fuori del frigo per troppo tempo porta al sorgere di processi di alterazione a livello organolettico. In tal caso è bene consumare tutto quanto anche una settimana prima della data di scadenza riportata. Per quanto riguarda il latte fresco, è possibile berne anche 7 giorni dopo la data di confezionamento. Ma per legge non si deve andare oltre. Invece dopo averlo aperto andrebbe consumato nel giro di 2-3 giorni. Quello crudo va sottoposto a bollitura, in particolar modo quando destinato ai bambini. E lo yogurt? È possibile mangiarlo anche 10 giorni dopo la scadenza. L’aspetto sarà indicativo, si potrà procedere se non sorge nulla di strano come la presenza di eventuali muffe. Tuttavia il sapore potrebbe essere tendente all’acido per via della sparizione dei fermenti vivi.
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La situazione per uova e salumi
Un discorso particolare meritano le uova. Per legge, la loro scadenza risale a massimo 28 giorni dopo la loro deposizione. Ma il consiglio generale è di consumarle entro massimo 18 giorni, per evitare il sorgere di eventuali complicazioni come la comparsa ad esempio della Salmonella. Quando serve assumerle crude vanno scelte quelle extra fresche, come evidenziato sulla loro confezione. Pasta fresca: la scadenza è fissata a due mesi esatti dal confezionamento. Salumi: occhio al possibile rischio legato alla Listeria. La scadenza qui va tra i 30 ed i 60 giorni al massimo.
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E come comportarsi con wurstel, salmone e mozzarella
Alimenti come wurstel e salmone fresco affumicato scadono rispettivamente dopo due mesi e mezzo di media e dopo circa 35 giorni. Sempre meglio comunque non arrivare troppo a ridosso del termine ultimo. Inoltre i wurstel non vanno mai mangiati crudi. La loro cottura debella qualunque eventuale problematica legata alla presenza di microrganismi dannosi. Mozzarella: in media la scadenza è un mese dopo la produzione, ma anche in questo caso è bene mangiarne entro due o tre settimane al massimo.
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