In che modo attuare la Dieta Sostenibile, uno schema di nutrizione che poggia tutto su principi sanissimi. A cominciare da come viene prodotto il cibo.
La dieta sostenibile è un regime alimentare per il quale il cibo che finisce sulle nostre tavole è prodotto con un basso impatto ambientale. Quindi con risorse idriche, di emissioni di gas dannosi, di uso del sottosuolo bassi e dalla conservazione di ecosistemi e di biodiversità elevati. Solitamente sono i cibi della tradizione ad appartenere a questa categoria, e soddisfano anche elevati requisiti nutrizionali. Quando si tratta di ricercare ingredienti ascrivibili ad una dieta sostenibile, possiamo rivolgerci a prodotti agroalimentari freschi ed a chilometro zero. Quindi prodotti sul posto, nella nostra area. Un aspetto al quale non sempre pensiamo è anche quello relativo alla distribuzione. Meno sono gli intermediari coinvolti e minori saranno anche le emissioni di CO2 nell’atmosfera. Ma ci sono diversi altri aspetti di questo tipo che non ci balzano alla mente, in quelli che sono i processi industriali e produttivi.
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Un altro aspetto è quello relativo agli imballaggi, per esempio. I prodotti biologici sono molto sani e vengono coltivati senza l’impiego di diserbanti, concimi o fertilizzanti. Ci sono comunque delle regole di controllo importanti ed imprescindibili per far si che il frutto o altro raggiungano uno standard qualitativo ineccepibile. Ed è il Ministero delle Politiche Agricole ed Ambientali a presiedere alla buona applicazione delle stesse. In una dieta sostenibile è contemplata anche la riduzione della quantità di carne consumata in media. Un chilo di carne rossa richiede 15 litri di acqua, altrettanti grammi di cereali e l’emissioni di una certa dose di CO2 nell’aria. Per non gravare eccessivamente sull’ambiente, il consiglio è quello di limitarsi a mangiare carne per due volte a settimana. Lo stesso vale per i salumi e gli insaccati, che anzi andrebbero consumati anche con una frequenza minore. Pure per una questione di salute.
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Un esempio di cibo salutare e sostenibile è il pesce, le cui qualità sono note. Tra grassi buoni che fanno bene al sistema cardiovascolare, alla purezza della pelle ed al girovita, c’è l’imbarazzo della scelta. Tre o quattro volte a settimana è la frequenza consigliata per mangiarne. La sostenibilità sta nel dare precedenza al pescato locale e nello scegliere in base alle stagioni. Questo contribuisce a preservare le specie ittiche. Infine un regime dietetico sostenibile presuppone l’annullamento totale di qualsiasi forma di spreco alimentare. Buttiamo fin troppo cibo ogni anno e nutrirci con quel che basta dovrebbe rappresentare la norma. Così come il riutilizzare gli avanzi, quando ce ne sono i giusti presupposti. Ma meno sprechi significa anche affidarsi alla minore quantità possibile di imballaggi. E vale sia per il cibo che per l’acqua. In molti preferiscono quella del rubinetto, che è sottoposta periodicamente ad attenti controlli.
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