Anche in Italia è iniziata la distribuzione di dolci alla cannabis. Sono oltre 700 i punti vendita disseminati lungo lo Stivale presso i quali è possibile reperire biscotti, pasticcini e caramelle alla canapa. Concentrati principalmente al Nord e con un business che frutta moltissimo. Nella convinzione che consumare determinati prodotti a base di cannabis faccia meno male che fumarla. In realtà non è propriamente così ed è stato attestato da alcune analisi effettuate sulla concentrazione di sostanze all’interno di questi.
La domanda, più che lecita, è stata posta ad alcuni ricercatori dell’Università del Colorado, stato in cui la cannabis è legale. La risposta è un’attenta ricerca condotta sui dolci alla cannabis normalmente commercializzati ormai da anni sul territorio americano. La pubblicazione dei dati sulla rivista di settore Annals of Internal Medicine ha evidenziato che la canapa commestibile fa male almeno quanto quella fumata o aspirata passivamente. A seguito dell’ingestione di questi prodotti infatti, si sono riscontrati più effetti negativi sulla salute rispetto ai soggetti abituati a farne un uso diverso. Conseguenze anche gravi quali intossicazione acuta, disturbi psichiatrici e l’insorgenza di malattie cardiovascolari sono solo alcuni di questi.
Se si fuma la cannabis o si aspirano i vapori, gli effetti si verificano a partire da qualche minuto successivo. Inoltre possono variare fino ad una soglia oltre la quale il rischio di gravi danni alla salute è evidente. Ci sono dunque sintomi che, se ripetuti nel tempo, possono indurre a ritenere l’uso di cannabis seriamente pericoloso, imponendone l’interruzione immediata. L’organismo assorbe invece diversamente e più lentamente la cannabis commestibile e quindi “dissimula” gli effetti negativi. La piccolezza di un cioccolatino potrebbe indurre il soggetto a consumare grandi quantità per potenziarne l’efficacia. Così che nel momento in cui dovessero presentarsi i primi sintomi, potrebbe essere già in corso una intossicazione.
La percentuale dei pazienti che si erano presentati al Pronto Soccorso presso le strutture ospedaliere del Colorado dopo aver ingerito la cannabis con sintomi preoccupanti era un numero esiguo, pari ad uno su dieci. Il problema che ha indotto i ricercatori a condurre un’attenta ricerca sui casi è stato appunto il fatto che, pur essendo in netta minoranza, questi pazienti presentavano stati di salute molto più gravi rispetto agli altri.
Tra l’altro i rari casi di morte che si sono verificati erano tutti collegati all’assunzione sotto forma di cibo della cannabis. Queste statistiche hanno spinto i ricercatori ad effettuare analisi più dettagliate sul contenuto dei principi attivi della sostanza nei prodotti incriminati. La somministrazione volontaria di cannabis “light”, soprattutto in modo continuativo può avere quindi gli stessi effetti, se non peggiori del fumo. Caramelle, dolcetti vari e cioccolato alla cannabis possono essere quindi anche letali per la salute, proprio in ragione del fatto che alcune conseguenze possono essere ravvisate soltanto a distanza di diversi giorni dal consumo.
Il pericolo nasce principalmente dal fatto che la percentuale di consumatori attivi è compresa nella fascia d’età giovanile ed adolescenziale. Il controllo su queste dinamiche deve essere esercitato innanzitutto dai genitori, che sono obbligati moralmente a mettere al corrente i propri figli riguardo i rischi ai quali vanno incontro.
Dall’analisi dell’Università del Colorado inoltre è emerso anche un altro dato interessante. La presenza di THC nei prodotti dolciari varia a secondo della tipologia. In poche parole il principio attivo della sostanza viene assimilato diversamente a seconda che si tratti di un pasticcino, piuttosto che di una caramella con conseguenze diverse. Potrebbe quindi capitare che con la sola ingestione di un biscotto si possa correre il rischio di assimilare tutta la dose di THC contenuta. Il consumo anche casalingo di prodotti a base di cannabis commestibile sta diventando quasi una moda, soprattutto tra le nuove generazioni. Si rende necessario quindi operare una campagna di informazione chiara ed estesa per mettere al corrente di tutti i rischi connessi all’abuso di cannabis.
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