Ci sono farine e farine, con i diversi tipi disponibili che hanno tante proprietà diverse. Ed a volte una è meglio di un’altra anche per la salute.
La farina è un ingrediente basilare senza il quale molte ricette non esisterebbero. Questo vale per molte preparazioni culinarie, ma scegliere quella giusta può essere un compito complesso.
Con una varietà di tipi e classificazioni, è prioritario comprendere le differenze tra le farine per ottenere i migliori risultati in cucina. Quali sono alcuni aspetti essenziali legati alla scelta della farina che bisognerebbe sempre tenere presenti?
Una delle domande più comuni riguarda la farina 00 e il suo aspetto bianco. È importante sottolineare che la farina non è sbiancata. Il suo colore deriva da un processo di macinazione specifico, che la rende fine e priva di residui. Questa farina è molto utilizzata in Italia per la preparazione di pasta, dolci e altre ricette, grazie alla sua versatilità.
La forza della farina è un parametro fondamentale da considerare, indicata con la lettera “W”. Le farine possono essere classificate in base alla loro forza, che influisce sulla capacità di lievitazione degli impasti.
Quali sono i vari tipi di farina
Farine deboli (fino a 160 W). Queste farine sono ideali per utilizzi quotidiani, come la piccola pasticceria e le paste frolle. Sono perfette per dolci che non richiedono una lunga lievitazione.
Farine medie (da 160 a 250 W). Adatte per preparazioni che richiedono lievitazioni più lunghe, come pane e pizza, queste farine offrono un buon equilibrio tra tenacità ed elasticità.
Farine forti (da 250 a oltre 350 W). Queste farine sono destinate a usi industriali e a impasti che richiedono tempi di lievitazione molto lunghi, come nel caso del panettone e del pandoro.
Oltre alla forza, è possibile trovare sulle confezioni un altro valore, il rapporto P/L, che indica la tenacità e l’elasticità della farina. Questo parametro è importante per capire come si comporterà l’impasto durante la lavorazione e la lievitazione. Un rapporto bilanciato assicura un’ottima estendibilità, fondamentale per la preparazione di pane e dolci lievitati.
Farina integrale, un concetto controverso
A volte la farina integrale viene mascherata da tale. È legale mescolare farina raffinata con crusca, creando così una farina che potrebbe sembrare integrale ma che non lo è realmente.
Ma questo “falso integrale” può confondere i consumatori, rendendo difficile la scelta di un prodotto autenticamente integrale. È sempre consigliabile controllare l’etichetta e cercare farine che siano realmente macinate a pietra o che riportino chiaramente la dicitura “integrale”.
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Per chi segue diete senza glutine, esistono diverse alternative, come le farine di riso, grano saraceno e mais. Però alcune di queste farine contengono additivi che servono a migliorare la consistenza, compensando l’assenza di glutine. Pertanto, è fondamentale leggere attentamente le etichette e scegliere prodotti di alta qualità.
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Ed un altro aspetto da considerare è il metodo di macinazione. La farina macinata a rulli, sviluppata nel XIX secolo, produce farine molto fini e raffinate, mentre la macinazione a pietra conserva maggiori quantità di fibre e nutrienti.
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Anche se le farine raffinate possono essere utilizzate per ottenere prodotti integrali, quelle macinate a pietra tendono a offrire un profilo nutrizionale più ricco.