Tutti conservano l’olio extra vergine d’oliva in cucina, ma forse hai sempre sbagliato il posto. Se per te è normale metterlo lì, toglilo subito per evitare rischi!
L’olio extra vergine d’oliva è uno dei prodotti più preziosi della nostra gastronomia, spesso al centro di vere e proprie diatribe sulla sua qualità e sulla sua purezza. Su diversi siti di settore si possono trovare quantità di dati ed informazioni sulle proprietà organolettiche di questa materia prima essenziale nella dieta mediterranea e classificato come il condimento più buono e genuino in assoluto.
Proprio per questo non manca mai nella nostra dispensa, è come il sale o lo zucchero ed il più delle volte viene riposto proprio insieme a quei barattoli che prendiamo più e più volte nel corso della nostra giornata. Non sempre però la comodità si sposa con la sicurezza ed è per questo che probabilmente hai sempre conservato l’olio nel posto sbagliato, senza rendertene conto.
Sono tantissimi quelli che posizionano l’olio extra vergine d’oliva nel posto sbagliato e non lo sanno, compiendo un gesto abitudinario di ordinaria amministrazione, ma che può avere conseguenze sulla salute ed anche sul portafogli. L’olio extra vergine d’oliva infatti, soprattutto quando è di buona qualità richiede delle particolari attenzioni per essere conservato, perché potrebbe facilmente andare a male esattamente come tanti altri cibi. Forse non hai mai pensato che non è solo la data di scadenza quella che devi guardare, ma anche il luogo in cui metti la tua bottiglia può far deperire l’olio e potresti anche non accorgertene subito.
In primo luogo le bottiglie trasparenti in cui spesso viene venduto l’olio extra vergine non sono proprio le più adatte. Perché questo dovrebbe essere tenuto al riparo dal sole e dalle fonti di calore. Per questo motivo sarebbe preferibile usare contenitori di latta che isolano completamente il contenuto dagli agenti esterni. Anche le bottiglie scure che vediamo in commercio non sono esattamente l’ideale. Dal momento che filtrano comunque una parte di luce che va ad interagire con il prodotto. Moltissimi tengono le bottiglie di olio accanto ai fornelli, proprio per una maggiore praticità.
Avere sempre il tuo olio extra vergine d’oliva a disposizione è comodo, ma non è una buona soluzione tenerlo vicino alle fonti di calore che a lungo andare potrebbero alterarne la bontà. Un altro dei fattori che incide sulla qualità dell’olio è l’ossigeno. Sei tra quelli che conservano una parte di prodotto nelle classiche oliere in vetro? Saranno anche belle da vedersi, ma la maggior parte delle stesse non hanno una chiusura ermetica, lasciando l’olio a contatto con gli agenti esterni. Quindi accade che gli antiossidanti contenuti in esso perdono la loro capacità di conservazione favorendo un deperimento più rapido.
Premesso quindi che la conservazione perfetta per l’olio extra vergine d’oliva è in latta, chiuso ermeticamente ed al riparo da calore e luce vediamo come capire se il tuo prodotto è buono o meno. Il primo indicatore in genere è il profumo. Annusando il tuo olio ti risulterà diverso dal solito, non necessariamente associato ad un cattivo odore, ma tendente al dolciastro. In altri casi invece può sentirsi un odore simile a quello di un solvente, come quando si ha dipinto la casa.
Circostanza che conferma che è certamente rancido e quindi irrecuperabile. In genere l’olio andrebbe consumato entro i diciotto mesi dall’apertura, dopo i quali l’ossidazione è un fenomeno molto più frequente. Anche il colore è un indicatore importante: deve essere sempre giallo o verde, brillante e dorato e non ambrato o tendente al rosso. Se noti una variazione delle sue caratteristiche organolettiche tradizionali, non mangiarlo: utilizzalo per altri scopi, come la pulizia del legno o del cuoio. Basterà inumidire uno strofinaccio e passarlo sulle zone rovinate da trattare ed avrai risparmiato senza sprecare nulla!
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