La presenza del batterio che provoca la comparsa della Escherichia coli in cozze contaminate desta grande preoccupazione, i dettagli.
Escherichia Coli in cozze, è la situazione di potenziale pericolo che il RASFF porta all’attenzione di tutti. Si tratta del Sistema Rapido Europeo per la Sicurezza di Alimenti e Mangimi, che opera sotto la diretta supervisione dell’Unione Europea.
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I suoi ispettori deputati al controllo sulla qualità delle merci in ambito alimentare o strettamente connesso ad esso hanno portato all’attenzione dell’esistenza di una situazione controversa.
Si tratta per l’appunto della presenza del batterio che causa il sorgere della Escherichia Coli in cozze che vengono oltivate proprio in Italia. Si tratta della varietà Mytilus galloprovincialis che il nostro Paese piazza nei supermercati e nei negozi di alimentari di tutto il territorio nazionale.
Questi frutti di mare vengono esportati pure nella vicina Francia. L’allerta alimentare rende noto che i valori di Escherichia Coli registrati sono molto elevati.
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La contaminazione ammonta ad un livello di 1300 MPN/100 g, a fronte di un valore massimo consentito dalla legge di 239 MPN. Questo ha dato adito alle autorità preposte affinché scattasse il provvedimento relativo, con il divieto di vendita del prodotto indicato.
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L’assunzione di cibo interessato da contaminazione da batteri di qualunque tipo può portare a situazioni molto spiacevoli. Si va dalla comparsa di sintomi comuni quali vomito, diarrea, nausea e mal di stomaco anche in tempi brevi dopo l’ingestione, fino a situazioni che possono richiedere pure il ricovero in ospedale.
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Da parte del RASFF si tratta di uno dei tanti casi di irregolarità anche presunta segnalati con cadenza quotidiana. L’organismo lavora su tutto il territorio degli stati membri dell’Unione Europea. E ha una media di circa 15-20 casi portati all’attenzione ogni giorno.
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