Esclusiva Mila Colonna, Secondo Natura: “Sono una persona curiosa”

Mila Colonna arriva in libreria con una nuova e importantissima opera nella quale racconta il suo modo di vivere la cucina e il cibo in rapporto con sé stessa e con gli altri che ha condiviso anche con noi di RicettaSprint. 

La chef, la quale ha raggiunto la notorietà come divulgatrice scientifica e food blogger, nel percorso di carriera ha conquistato il web anche grazie alle sue competenze in cucina salutista e medicina naturale che troviamo anche nel libro “Secondo Natura – Diario semiserio di una chef salutista”.

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Nel libro hai ribaltato il mito comune secondo cui un panino integrale dal colore più scuro sia più salutare. Per sradicare questa idea, attraverso quali metodi pensi si possa informare adeguatamente la clientela prima che effettui l’acquisto?

Per prima cosa leggere l’etichetta: da alcuni anni è obbligatorio per legge indicare con chiarezza se una farina sia ‘ricostituita’ (farina di frumento con aggiunta di crusca o cruschello) o integrale ‘vera’; tali disposizioni valgono non solo per gli sfarinati ma anche per semilavorati e prodotti finiti (pane, pasta, prodotti di pasticceria).

In secondo luogo la shelf-life: gli acidi grassi essenziali presenti nel germe di grano determinano un precoce irrancidimento della farina, ragion per cui nel processo di raffinazione crusca e germe di grano vengono subito allontanati dal prodotto per garantire una più lunga conservazione (e una più larga distribuzione). Scegliere infine farine da molini locali, macinate a pietra, con una data di scadenza non troppo lontana nel tempo.

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C’è un ingrediente che temi di più dietro ai fornelli e perché?

Non uno in particolare. Sono una persona curiosa, quando mi approccio a un ingrediente che conosco poco catalizza tutta la mia attenzione: procedo a piccoli passi, studio, assaggio, provo nuovi abbinamenti. Tento e ritento ancora fino a quando non sono soddisfatta del risultato.

Affermi nel libro “I piatti non si alternano per portata ma si raccolgono attorno a un
ricordo“. Se dovessi collegare solo un ricordo a una ricetta del libro, quale sceglieresti?
L’ultima ricetta del libro, la Caprese al cioccolato e Garam masala. È il ricordo di una
persona cara che non c’è più, cui ero legata fin da bambina. Uno spirito indipendente e puro, profondo e semplice. Ha disegnato il mio modo di essere nonostante fossimo lontani. Manca, ogni giorno che passa.

Ti capita, durante i pranzi in famiglia o tra amici, di fare due versioni (una vegana e una tradizionale) della stessa portata?

In genere no, soprattutto nel privato. Quando passano a trovarmi amici o parenti cerco di proporre ricette pensate per loro, che possano essere assaggiate e apprezzate da tutti; non solo: ognuno può cucinare. Chi taglia il prezzemolo, chi porta il pane, chi mi affianca ai fornelli. Così ognuno mette del suo, dai cuochi provetti ai più inesperti, diventa una cucina condivisa, allegra, colorata e conviviale, in cui ognuno possa riconoscersi e, perché no, anche divertirsi.

Sul lavoro, invece, imparare ad allestire una carta ‘intelligente’, pronta ad adattarsi alle esigenze nutrizionali individuali senza sconvolgere troppo la linea, permette di soddisfare i clienti più diversi senza mettere in difficoltà il servizio.

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